Scrittore francese. Iniziò la sua carriera letteraria a Parigi,
pubblicando le sue prime poesie sull'"Almanach des Muses", dove raggiunse la
notorietà grazie al poemetto
La confession de Zulmé (1779).
Aderì con convinzione all'esperienza rivoluzionaria, difendendola e
sostenendola con numerosi articoli e saggi giornalistici; tuttavia, a causa del
suo moderatismo, subì la prigionia durante il Terrore. Dal 1795 fu
chiamato a dirigere la commissione esecutiva per la pubblica istruzione e nel
1797 fu ministro plenipotenziario del Direttorio a Torino. Membro del Tribunato
dal 1799, ne fu escluso nel 1802 in quanto contrario alla riforma della
Costituzione del VII anno e appartenente al gruppo di filosofi e scrittori
razionalisti e liberali invisi a Napoleone. Dal 1802 al 1806 tenne un corso di
Letteratura italiana all'Athénée, da cui nacquero successivamente
i dieci volumi della sua
Storia letteraria d'Italia (1811-1819), gli
ultimi quattro in collaborazione con Francesco Salfi (Rennes 1748 - Parigi
1816).