Città (172.000 ab.) della Svizzera, capitale del Cantone omonimo, centro
finanziario, economico, turistico, sede di organismi internazionali e di
importanti centri di cultura. Sorge su una terrazza fluviale a 377 m s/m., sulla
sponda sud-occidentale del lago di
G. presso lo sbocco del Rodano, in
prossimità del confine francese. • Econ. - La posizione isolata,
che causò in passato non solo difficoltà di comunicazione ma anche
di approvvigionamento di materie prime, favorì la vocazione cittadina per
le attività industriali di precisione, cui bastava poco materiale e
necessitava invece mano d'opera specializzata. L'orologeria vi fu introdotta
già nel XVI sec. e presto alle produzioni di meccanica di precisione
(utensili vari, impianti elettrici e idrici) si affiancarono l'oreficeria e le
attività finanziarie in genere e bancarie in particolare. Attualmente, il
settore terziario è l'asse portante dell'economia ginevrina e occupa i
due terzi della popolazione. Altri settori industriali di rilievo sono le
industrie alimentari, farmaceutiche e dell'abbigliamento. Grazie anche a fiere e
manifestazioni è molto fiorente il commercio, sia al dettaglio sia
all'ingrosso, e l'industria turistica offre spunti culturali e artistici di
grande interesse.
G. è uno dei più vivaci centri di cultura
europei: lo dimostrano la sua università, i ricchissimi musei, le
manifestazioni musicali e teatrali di prima grandezza, gli importanti istituti
culturali che operano nella città. La dimensione internazionale di
G., oltre che dal suo passato come sede della Società delle
Nazioni dal 1919 al 1940, è immediatamente riconoscibile dall'importanza
degli organismi internazionali (molti dipendenti dall'ONU) che qui hanno i loro
centri: Croce Rossa Internazionale, Organizzazione Mondiale della Sanità,
Organizzazione Mondiale del Lavoro, Alto Commissariato per i Rifugiati, Unione
Internazionale delle Telecomunicazioni. • St. - Le tracce più
antiche di insediamenti umani risalgono addirittura al Paleolitico, ma
G.
nacque come sito celtico, abitato poi dagli Allobrogi, e occupato dai Romani
come
vicus Genava, senza diventare però nulla di più che un
oppidum fortificato fino al III sec. d.C., a causa delle continue
invasioni alemanniche che ne bloccarono lo sviluppo. All'inizio del V sec.
l'imperatore Onorio la cedette ai Burgundi e
G. diventò capitale e
anche sede arcivescovile. Nel 534 passò ai Franchi e, con il crollo
dell'Impero carolingio, entrò a far parte del Regno di Borgogna. Durante
il periodo feudale il controllo della città fu a lungo conteso fra i
vescovi e i conti del Genevese, fino alla certa attribuzione della
sovranità ai primi, concessa nel 1124 dall'imperatore. Nel Basso Medioevo
furono i conti di Savoia a cercare di estendere la propria influenza su
G., appoggiando le aspirazioni dei ceti borghesi cittadini finché
queste, nel 1387, non furono riconosciute dal vescovo. Sotto la protezione dei
Savoia la comunità ginevrina si amministrò di fatto da sola ma,
quando sembrò che l'autonomia raggiunta fosse messa in pericolo dai
Savoia stessi, il comune non esitò a stringere alleanze con Berna e
Friburgo per cacciare il vescovo ancora detentore formale del potere. Con
l'adozione della Riforma (1533) e la costituzione di una repubblica teocratica
(1541) sotto la guida di Calvino e Farel,
G. accolse come cittadini molti
perseguitati religiosi. In quegli anni Calvino fondò l'Accademia,
l'università riformata, che diede inizio alla vocazione culturale della
città. Nella seconda metà del Cinquecento
G. riuscì
a più riprese, e grazie alle alleanze con la Francia e Berna, a
contrastare le aspirazioni sabaude; nel frattempo, però, si era avviata
al suo interno un'involuzione politica che concentrò il potere e le
più alte cariche comunali nelle mani di una ristretta cerchia
aristocratica di famiglie. Per questo motivo il XVIII sec. fu caratterizzato da
un susseguirsi di rivolte popolari che provocarono il crollo delle antiche
istituzioni (1792). Dopo un periodo di annessione al territorio francese, fra il
1798 e il 1815, come capoluogo del dipartimento di Lemano, alla sconfitta di
Napoleone
G. passò alla confederazione elvetica come XXII cantone,
su decisione del Congresso di Vienna. La nuova costituzione, ancora vigente, che
introdusse il suffragio universale in sostituzione dei criteri di censo, fu
emessa nel 1847. • Arte - La città è costituita da una parte
moderna, sviluppatasi in ampi viali e parchi lungo le rive del Rodano e quelle
del lago, e da una antica, raccolta sulla collina intorno alla cattedrale di S.
Pietro; quest'ultima è una chiesa romanico-gotica, eretta sul luogo di
una precedente basilica ottoniana che a sua volta era stata preceduta da un
edificio paleocristiano. La città conserva altre chiese gotiche del XIV
sec., tutte elevate sui luoghi di precedenti monumenti alto-medioevali o
paleocristiani. Ricordiamo le chiese di San Germano e San Gervasio, la cui
cripta del VIII sec. è costituita dai resti di una cappella palatina
carolingia. Gli scavi hanno riportato alla luce anche le rovine di un palazzo
reale dei Burgundi. Mentre nella parte alta della città prevalgono
abitazioni tardo-gotiche e rinascimentali, in quella bassa si riconoscono
numerosi edifici del Settecento francese. Lo sviluppo urbanistico, continuato
per tutto il XIX sec., portò agli inizi del '900 all'unione della
città vera e propria con i sobborghi. Tra gli edifici moderni segnaliamo,
oltre al complesso, sede della Società delle Nazioni (1930), la Casa di
Vetro di Le Corbusier, prototipo di architettura funzionale.