Stato insulare (372.824 kmq; 127.687.000 ab.) dell'Asia, nella parte più
orientale del continente. È formato da quattro isole principali
(Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu) e da circa 3.000 isole minori. L'arcipelago
si estende nell'Oceano Pacifico, al largo delle coste della Cina, della Corea e
della Russia, dalle quali lo dividono il Mar Cinese Orientale e il Mar del
Giappone. Capitale: Tokyo. Città principali: Sapporo, Osaka, Nagoya,
Kyoto, Kobe, Yokohama, Hiroshima, Fukuoka. Ordinamento: Monarchia costituzionale
ereditaria, nella quale l'imperatore, al quale un tempo si attribuivano
caratteristiche divine, mantiene oggi un valore puramente simbolico. Il potere
legislativo è affidato alla Dieta o Parlamento, costituita da due Camere,
la Camera dei Consiglieri e la Camera dei Deputati (composte rispettivamente
da 247 membri eletti per 6 anni e rinnovabili per metà ogni 3 anni, e da
480 membri eletti per 4 anni). Il
potere esecutivo è di competenza del Governo, guidato da un Primo
ministro, scelto dal Parlamento fra i propri membri e investito formalmente
dall'imperatore.
Amministrativamente il Giappone è diviso in 44 prefetture, 2 prefetture
urbane (Osaka e Kyoto) e una metropoli (Tokyo). Moneta:
yen,
suddiviso in 100
sen. Lingua ufficiale: giapponese. Religione: Scintoismo (51,5%)
e Buddhismo (38,8%); esistono minoranze cattoliche e protestanti. La popolazione del
Giappone vive concentrata in grandi agglomerati urbani, anche a causa della
morfologia prevalentemente montuosa e della esiguità del territorio; la
densità di popolazione che si registra in
G. raggiunge valori fra
i più alti a livello
mondiale (oltre i 340 ab. per kmq).
GEOGRAFIAMorfologia:
la parte maggiore del territorio giapponese è costituita dalle isole di
Honshu (la principale, anche dal punto di vista economico e culturale),
Hokkaido, Shikoku e Kyushu, che insieme ad altre migliaia di piccole isole
formano un vasto arco (Arcipelago Giapponese) esteso da Sahalin a Taiwan.
L'arcipelago si originò nel Paleozoico, in relazione all'attività
orogenetica e ai movimenti tettonici delle aree marginali dei continenti.
Successivamente si verificò l'emersione dei primi rilievi (orogenesi di
Akiyoshi), contemporaneamente all'orogenesi ercinica europea. Nuovi rilievi
emersero durante l'orogenesi di Sakawa, parallela a quella alpina; solo verso la
metà dell'Era cenozoica il territorio giapponese si presentava con le
caratteristiche attuali. Iniziò allora un lungo periodo di assestamento
(il cui processo è ancora in atto), durante il quale si formarono
depressioni e nuovi archi montuosi. Un'intensa attività vulcanica e
sismica (testimoniata dalla formazione di profonde fosse oceaniche, quali la
Fossa del Giappone e la Fossa delle Curili), interessa ancora oggi il Giappone,
manifestando l'instabilità del territorio. L'arcipelago, prevalentemente
montuoso (circa il 75% del territorio è costituito da colline o
montagne), è occupato da numerose catene che formano l'intera ossatura
longitudinale del Paese, strettamente collegate e quasi intrecciate fra loro. I
rilievi del
G. sono di formazione piuttosto recente: essi, infatti,
risalgono all'Era cenozoica. Presentano quindi un aspetto aspro, raggiungendo
nelle dorsali spartiacque i 1.500-2.000 m. Nonostante la scarsa estensione del
territorio, le formazioni geologiche del
G. sono estremamente varie e
appartengono a epoche differenti. Si riconoscono in generale due zone, una
interna verso il continente asiatico e una esterna rivolta verso il Pacifico. I
rilievi di origine vulcanica occupano una buona parte del territorio (circa il
26%) e costituiscono in alcuni casi le vette più elevate delle catene
montuose alle quali appartengono. Nell'arcipelago sono presenti quattro fasce
vulcaniche, comprendenti oltra 200 coni. Isolato, a Sud-Ovest, sorge il cono del
Fuji che, con i suoi 3.776 m, raggiunge l'altitudine massima del Paese. Se si
eccettua la vasta pianura del Kanto (nell'entroterra di Tokyo), formatasi per
sedimentazione di materiali vulcanici (e quindi fertilissima), le uniche zone
pianeggianti si trovano dislocate lungo le coste, molto articolate sul Pacifico,
con andamento più lineare sul Mar del Giappone. Numerose insenature
interrompono il profilo costiero offrendo condizioni ottimali per la costruzione
di importanti centri portuali (baia di Uchiura, Ise, Tokyo, Osaka, Hiroshima,
Tosa, Kagoshima e Ariakeno). ║
Idrografia: nonostante l'abbondanza
di precipitazioni, non esistono in
G. importanti bacini idrografici, a
causa della morfologia del territorio e della sua scarsa estensione. Nella
maggior parte dei casi i corsi d'acqua scendono direttamente dallo spartiacque
al mare con un percorso piuttosto breve; solo nell'isola di Honshu si sviluppano
fiumi di portata maggiore, come lo Shinano (che sfocia nel Mar del Giappone), il
Tone e il Kitakami (tributari del Pacifico). Anche se dotati di un regime
regolare, i fiumi non sono adatti alla navigazione per la brevità del
percorso. Essi sono di primaria importanza, al contrario, come fonti idriche per
l'irrigazione, in particolare per le risaie. A causa della natura vulcanica
delle isole, abbondano le sorgenti termali e termo-minerali. Numerosi sono i
laghi craterici e quelli costieri, più rari invece quelli di orogine
tettonica (fra questi il più vasto è il Biwa, nella depressione al
centro di Honshu). ║
Clima: il clima presenta variazioni notevoli
da zona a zona a causa dello sviluppo latitudinale della regione e della
varietà dei fenomeni che la interessano. Fra questi rivestono un ruolo
fondamentale le masse d'aria, di origine diversa, che investono ciclicamente le
isole dell'arcipelago: masse d'aria marittima polare e tropicale, masse d'aria
continentale siberiana, masse equatoriali e tropicali continentali. Anche le
correnti marine modificano in modo evidente il clima della regione, in
particolare quella calda Curoscivo (con azione umidificatrice e temperante) e
quella fredda Ogascivo. Il quadro climatico giapponese prevede anche notevoli
variazioni stagionali: ad un inverno generalmente rigido (i valori più
bassi si registrano a Sapporo, nell'isola di Hokkaido) succede un'estate
tropicale o subtropicale, con temperature elevate. Le precipitazioni, favorite
dalle correnti d'aria che nel loro percorso assumono un forte tasso di
umidità, sono particolarmente abbondanti a partire dal mese di settembre;
talvolta si trasformano in violentissimi tifoni. ║
Flora:
nonostante i danni provocati dall'uomo all'ambiente, il patrimonio floristico
del
G. si presenta ancora intatto in vaste zone dell'arcipelago
(soprattutto quelle montuose). La vegetazione è molto varia, in
conseguenza delle differenze climatiche della regione determinate dalla
latitudine; tuttavia si possono distinguere due zone con caratteristiche
differenti: la foresta subtropicale e quella temperata. La prima, costituita da
sempreverdi come querce, bambù, alberi della canfora, si estende nelle
isole di Shikoku e di Kyushu; la seconda, caratterizzata da conifere e
latifoglie, si estende nell'isola di Hokkaido e lungo le pendici settentrionali
dell'isola di Honshu. ║
Fauna: la fauna del
G., impoverita
nelle zone ad alta densità di popolazione, si conserva ricca nelle zone
montuose, dove sono presenti numerose specie di mammiferi (scimmie, lupi, orsi,
tassi, volpi, gatti selvatici, lepri, cervi, antilopi, ecc.). Numerosi sono i
parchi nazionali (22) e le riserve naturali dislocate sul territorio, per
favorire la riproduzione e lo sviluppo delle specie rare.
Cartina del Giappone
La densità della popolazione giapponese
ECONOMIAIl
G. è oggi una delle maggiori potenze economiche mondiali, con un
reddito pro capite fra i più alti dei Paesi sviluppati. Si tratta del risultato di
un'imponente espansione economica, iniziata nel secondo Ottocento, con progressi
particolarmente significativi nel decennio 1961-1970, durante il quale il tasso
medio di accrescimento annuo del prodotto interno lordo raggiunse il 10%.
L'economia giapponese è basata essenzialmente sull'industria,
sviluppatasi in ritardo ma con rapidità eccezionale, trasformando
completamente un Paese che era rimasto per secoli agricolo. Nel cosiddetto
periodo Meiji (1868-1912) furono abbattute le vecchie strutture feudali che
ancora reggevano l'economia giapponese, inadeguata ormai a soddisfare le
esigenze di una regione fittamente popolata. Il rinnovamento economico si
fondò sulla creazione di imprese industriali (generalmente raggruppate in
concentrazioni,
zaibatsu, di proprietà di grandi famiglie),
sull'apertura di rapporti commerciali con l'estero e su una politica doganale
protezionistica. Il rapido sviluppo industriale si accompagnò al declino
dell'economia agricola; questo processo determinò un massiccio esodo
dalle campagne con conseguente disponibilità di manodopera a basso costo
per l'attività manifatturiera. L'esigenza di reperire maggiori
quantità di materie prime spinse la classe politica giapponese a
perseguire una politica estera di espansione, che portò alla conquista
della Manciuria e della Corea. Dopo la seconda guerra mondiale il processo di
crescita economica del
G. continuò a ritmo sostenuto: nal 1952 per
la prima volta il reddito prodotto dall'industria superò quello
proveniente dall'agricoltura. Molteplici fattori, di natura diversa, furono
addotti dagli studiosi per spiegare questo fenomeno di sviluppo privo di
arresti: la stabilità politica, la formazione di nuove e articolate
holding (spesso collegate a grandi banche), la tradizionale propensione del
popolo giapponese al risparmio, l'abbondanza di manodopera, una buona
organizzazione bancaria e finanziaria in genere, un'adeguata politica economica
e commerciale, la conformazione geografica che rese possibile l'insediamento di
industrie nelle zone costiere. Nel 2005 il tasso di crescita
del PNL si attestava al 5% circa, la disoccupazione al 4,5% e
il debito pubblico al 140% del PNL. ║
Agricoltura: a differenza del
settore industriale, nel corso dell'ultimo secolo quello agricolo ha subito un
progressivo ridimensionamento, passando da attività base dell'economia
giapponese ad attività di secondaria importanza. La percentuale di
popolazione occupata in agricoltura è scesa rapidamente ed è in
costante diminuzione; l'esodo dalle campagne non è stato frenato neppure
dalla riforma fondiaria del 1947-1949, che prevedeva la distribuzione ai
contadini delle terre provenienti dai vasti latifondi aboliti. La coltura
prevalente è quella del riso; i raccolti abbondanti (due all'anno)
permettono di coprire il fabbisogno nazionale. Molto bassa la produzione di
frumento, mentre è in aumento il consumo di orzo e di soia. Oltre ai
cereali tradizionali si coltivano legumi e ortaggi e fra le colture fruttifere
agrumi, mele, pesche, uva. In forte espansione le colture di tè, luppolo,
tabacco, canna e barbabietola da zucchero; modeste le colture tessili (lino,
canapa), ma è ancora praticata abbastanza largamente la gelsicoltura. Il
patrimonio forestale è ricco, ma controllato dallo Stato allo scopo di
evitare danni al territorio. Il legname prodotto non basta a coprire le esigenze
della richiesta interna e si ricorre largamente all'importazione. ║
Allevamento: il settore dell'allevamento è di scarsa rilevanza nel
complesso dell'economia giapponese, poiché le zone disponibili per il
pascolo sono limitate. Tuttavia, il
G. dispone di strutture moderne ben
organizzate, soprattutto per l'allevamento dei bovini. ║
Pesca: la
pesca costituisce un'attività fondamentale, organizzata in modo
efficiente e moderno. Lo Stato incoraggia la sperimentazione e l'impiego di
tecniche d'avanguardia, volte ad uno sfruttamento razionale delle risorse del
mare. La pesca viene praticata non solo nei pressi delle isole giapponesi, ma
anche nel Pacifico e nell'Atlantico. Particolarmente pescose sono le zone in cui
si incontrano le correnti marine Curoscivo e Ogascivo (pesca di merluzzi,
aringhe, salmone, tonno). Molto praticata è anche la caccia alla balena,
mentre altre attività connesse al settore marino sono la coltivazione
delle ostriche perlifere, la raccolta delle perle naturali, la raccolta delle
alghe. ║
Industria: occupa circa un terzo della popolazione attiva
e contribuisce in larga parte alla formazione del reddito nazionale. Le
industrie principali sono quelle attive nei settori metallurgico (produzione di
alluminio, rame, zinco, piombo), siderurgico, meccanico, delle costruzioni
navali (Kobe, Nagasaki, Tamano, Yokohama, Iroshima), chimico (produzione di
acido solforico, soda caustica, fertilizzanti, coloranti, materie plastiche,
prodotti farmaceutici). I complessi industriali sono concentrati sulle coste
(baie di Tokyo, Ise, Osaka), poiché la fornitura delle materie prime
dipende dall'estero. Molto sviluppati e redditizi sono anche altri settori
dell'industria giapponese: del ciclo e del motociclo, automobilistico (Toyota,
Mitsubishi, Honda), cementizio, alimentare (zuccherifici, fabbriche conserviere,
stabilimenti per la produzione del
sake, birrifici); sono in espansione
le industrie della gomma e della carta, mentre negli ultimi anni si è
registrata una netta flessione dell'industria tessile (lanifici, cotonifici,
setifici). Va ricordata infine l'importanza dell'elettronica,
dell'elettromeccanica e dell'informatica (radiotecnica, telecomunicazioni, personal computer,
calcolatori), la meccanica di precisione (ottica, fotografia, macchine utensili,
impianti hi-fi, earonautica). ║
Risorse minerarie: il
G.
dispone di risorse minerarie limitate (bacini carboniferi nelle isole di Kyushu
e Hokkaido; giacimenti di rame e zolfo). L'industria giapponese deve quindi
ricorrere largamente all'importazione, in particolare di prodotti petroliferi,
che alimentano centrali termoelettriche. Sfruttato adeguatamente è il
potenziale idrico, che però non fornisce che una parte dell'energia
necessaria per l'industria. Uno sviluppo sempre maggiore ha conosciuto negli
ultimi anni il settore nucleare, con la costruzione di nuove centrali. ║
Comunicazioni: nonostante la frammentazione e la morfologia accidentata
del territorio, il
G. dispone di una rete di comunicazioni adeguata,
anche se non all'altezza dello sviluppo conseguito in altri settori. Sia la rete
ferroviaria che quella stradale sono concentrate nelle zone costiere, dove
sorgono i centri principali e dove vive la maggior parte della popolazione;
tunnel sottomarini e traghetti assicurano il collegamento anche tra le diverse
isole. I numerosi porti, vero fulcro delle attività commerciali e
industriali del
G., raggiungono dimensioni considerevoli e sono dotati di
attrezzature all'avanguardia; fra i maggiori ricordiamo Kobe, Chiba, Yokohama,
Nagoya e Kawasaki. Di ottimo livello la rete aerea, che prevede anche rotte
transpolari e transiberiane. Aeroporti internazionali si trovano a Tokyo e a
Osaka; di grande importanza sono anche le aerostazioni di Nagoya, Sapporo,
Fukuoka.
STORIA
I resti dell'Era paleolitica e mesolitica sono molto scarsi; più conosciute
sono invece le culture affermatesi nel Neolitico e nell'Eneolitico. Per le
età successive gli studiosi dispongono di fonti storiografiche cinesi,
reperti archeologici e opere storiografiche locali, che non si rivelano tuttavia
completamente attendibili, a causa della tarda epoca di composizione (intorno
all'VIII sec. d.C.). La costituzione del
G. in Stato unitario viene fatta
risalire dalla tradizione al 660 a.C.; notizie sicure si hanno però solo
a partire dal VII sec. d.C. Inizialmente l'Impero fu una confederazione di
tribù,
uji, accomunate da veri o presunti rapporti di parentela e
dal culto divino; il sovrano era il capo della tribù più potente.
Intorno alla metà del VI sec. fu introdotto il Buddhismo, che
provocò lotte interne, in particolare fra le famiglie che avevano
raggiunto un ruolo di primo piano nella società del tempo: i Soga, i
Mononobe e i Nakatomi. L'affermazione del Buddhismo coincise con un processo di
riorganizzazione dell'Impero secondo il modello cinese che culminò con la
riforma Taika del 646: furono sciolti alcuni
uji, si attuò un
progressivo accentramento del potere, fu creato un nuovo sistema fiscale.
║
Epoca Nara (710-794) e
periodo Heian (794-1185): con la
costruzione della città di Nara nel 710, si pose termine all'usanza di
cambiare capitale alla morte di ogni sovrano: infatti nel 794 la capitale fu
trasferita a Heian (la moderna Kyoto). Il potere effettivo rimase alla famiglia
Fujiwara, che diede grande impulso all'attività culturale e favorì
la nascita di una nuova aristocrazia terriera. Accanto ad essa sorsero altri
potenti nuclei familiari che presto le contesero il primato, mentre il potere
dell'imperatore risultò indebolito. ║
Periodo Kamakura
(1192-1333): nel 1185 la battaglia di Dan Ura, uno dei più celebri
scontri navali dell'antica storia giapponese, segnò la fine dei Fujiwara
e l'affermazione dei Minamoto, dando inizio a un'epoca di radicali cambiamenti
sociali. Fu instaurato un governo di tipo militare e e venne creata la carica di
shogun (generalissimo), teoricamente agli ordini dell'imperatore, in
realtà suo diretto antagonista fino alla restaurazione dell'Ottocento.
Superato il pericolo di un'invasione mongola, prospettatasi nel 1274 e nel 1281,
il
G. conobbe negli anni dal 1333 al 1392 un periodo di lotte intestine
per la successione al trono imperiale. La pace fu ristabilita nel Paese solo
alla fine del XIV sec. ║
Periodo Muromachi (1392-1603): il
Quattrocento e il Cinquecento videro l'affermazione di alcuni grandi feudatari,
in particolare sulle coste occidentali dove, favorito dalla posizione e dalle
condizioni ambientali, si venne sviluppando un intenso traffico commerciale con
la Cina e la Corea. I contrasti fra le grandi famiglie feudatarie ridussero il
Paese in uno stato di incontrollata anarchia; molti feudi si trasformarono in
signorie. Il XVI sec. fu interessato da una nuova espansione economica: oltre
allo sviluppo del commercio privato, fu avviata la formazione di una classe
mercantile e nacquero le prime città libere. Penetrò inoltre il
Cristianesimo, introdotto dagli Occidentali. Il XVI sec. fu caratterizzato in
particolare dal processo di riunificazione del
G., iniziato da Oda
Nobunaga e condotto a termine da Tokufawa Ieyasu e Toyotomi Hideyoshi;
l'occupazione della Corea (1592) segnò l'inizio di una strategia
espansionistica in Asia. ║
Periodo Tokugawa (1603-1867): fu
contrassegnato dal totale isolamento del
G. sul piano internazionale e da
una estrema rigidità in politica interna: il Cristianesimo fu proibito e
i fedeli cristiani perseguitati; i commerci con l'estero furono interrotti e fu
vietato agli stranieri l'ingresso nel Paese. Ne derivò un rafforzamento
del Confucianesimo e del potere dell'aristocrazia, che favorì da un lato
l'unità nazionale e la stabilità interna, implicando dall'altro un
arresto del progresso economico e commerciale. Intensa rimase invece la vita
culturale, con l'affermazione di una letteratura adatta a soddisfare il gusto
della classe media. L'interruzione dei traffici con l'estero comportò
tuttavia una sempre più forte pressione da parte delle potenze
occidentali, intenzionate a forzare il blocco giapponese. Nel 1854 il Trattato
di Kanagawa sancì l'apertura di alcuni porti giapponesi alle navi
americane; pochi anni dopo furono firmati analoghi trattati con altri Paesi e
nel 1858 si arrivò all'instaurazione dei diritti doganali. La fine dello
shogunato dei Tokugawa e la restaurazione dell'autorità imperiale, sotto
l'imperatore Mutsuhito, segnò l'inizio di una nuova epoca per la storia
giapponese. ║
Periodo Meiji (1868-1912): il
G. iniziò
ad affermarsi sul piano internazionale; la capitale fu trasferita a Tokyo
(l'antica Edo). In pochi decenni il prodigioso sviluppo economico e industriale,
la diffusione di valori importati dall'Occidente, presto assimilati, resero il
G. uno Stato moderno. Negli anni 1868-78 furono abolite le istituzioni
feudali, i governi provinciali dei
daimyo, nonché il corpo dei
samurai. ║
L'espansionismo (1890-1945): i nuovi governanti
giapponesi furono indotti dalla necessità di disporre di materie prime
per la nascente industria e, contemporaneamente, dall'esigenza di allargare il
proprio mercato di vendita, ad intraprendere nuovamente una politica
espansionistica. Con le vittorie riportate sulla Cina (1895) e sulla Russia
(1905), il
G. si assicurò il possesso di Formosa e delle isole
Pescadores, nonché della parte meridionale dell'isola di Sahalin, della
penisola del Liaotung e di alcune concessioni in Manciuria. Allo scoppio della
prima guerra mondiale, il
G. si schierò a fianco degli Alleati
(agosto 1914), occupando i possedimenti tedeschi nel Pacifico: tali conquiste
furono confermate dalla Conferenza di Versailles del 1919. Nel 1926, morti
Mitsuhito e il figlio che ne era stato successore, salì al trono Hirohito
che spinse il Paese verso una politica espansionistica ai danni della Cina; nei
confronti dell'Impero rivale, anche se ormai in declino, venne scatenata una
vera e propria offensiva diplomatica, con l'intento di ridurre a una posizione
di vassallaggio il suo immenso territorio. Pur avendo riconosciuto alla
conferenza di Washington (1921-22) la sovranità e l'indipendenza della
Cina, il Governo giapponese occupò nel 1932 la Manciuria e, nel 1937,
Nanchino, capitale cinese, scatenando così la guerra. L'offensiva contro
la Cina rientrava ormai nel progetto per la costituzione di un impero (Grande
Asia orientale) comprendente tutti i Paesi del Sud-Est asiatico, sottratti al
dominio coloniale europeo. Dopo l'uscita dalle Nazioni Unite, con la firma del
Patto Anticomintern con la Germania nel 1936 e del Patto Tripartito con la
Germania e l'Italia nel 1940, gli esponenti politici favorevoli alla guerra
presero definitivamente il sopravvento, causando il fallimento delle trattative
con gli Stati Uniti. Il 28 ottobre 1941 salì al potere il generale Tojo e
il 7 dicembre, senza dichiarazione di guerra, venne sferrato l'attacco alla base
militare di Pearl Harbor, nelle Hawaii, dando inizio alla seconda guerra
mondiale in Estremo Oriente. Seguì una rapida avanzata del
G., con
la conquista di numerosi territori in Asia e nel Pacifico, e la creazione di un
immenso impero coloniale. Presto le sorti si rovesciarono, ma solo nell'agosto
1945, dopo lo scoppio delle bombe atomiche sulle città di Hiroshima e
Nagasaki, il
G. decise di arrendersi. ║
Dal secondo dopoguerra
ai giorni nostri: negli anni immediatamente successivi alla guerra il
G., occupato militarmente dagli Americani fino al 1952, adottò una
Costituzione di ispirazione democratica (1947). Durante il Governo di Yoshida
Shigeru, primo ministro dal 1947 al 1954 ed esponente del Partito conservatore,
per il
G. iniziò una nuova fase politica ed economica,
caratterizzata da un notevole sviluppo industriale; il Trattato di San Francisco
(1951), inoltre, pose fine ai contrasti con gli Stati Uniti. Hatoyama Ichiro, al
governo nel biennio 1954-1956, tentò di migliorare i rapporti con
l'Unione Sovietica, giungendo alla firma di un trattato di pace nel 1956; per
quanto concerne la politica interna, si consolidò il predominio politico
dei conservatori sui socialisti, mentre continuò il processo di
espansione economica. Gli anni Sessanta furono caratterizzati dal tentativo, da
parte del Governo giapponese, di avviare un processo di collaborazione con i
Paesi del Sud-Est asiatico e di consolidare i rapporti con gli Stati Uniti.
Assai più modesto può essere considerato il ruolo politico del
G. nel contesto internazionale, anche per la mancanza di una chiara linea
politica da parte del Partito liberal-democratico. La crisi energetica degli
anni Settanta richiese da parte dei governanti giapponesi una maggior attenzione
ai problemi economici del Paese; la firma del Trattato di amicizia con la Cina
(1978) e l'ammorbidimento dei rapporti con l'Unione Sovietica segnarono
l'inizio, in politica estera, di un processo di distensione e di cooperazione
economica. Per quanto screditato da scandali di natura economico-politica e
attaccato violentemente dall'opposizione, il Partito liberal-democratico
continuò a tenere saldamente le redini del potere, rimanendo al governo
con Takeo Miki. Il Partito socialista, diviso fra un'ala moderata e una sinistra
filocinese, non riuscì del resto ad approfittare delle varie occasioni
offerte dall'indebolimento temporaneo del partito di Governo. I due anni di
governo di Takeo Fukuda (1977-78) furono caratterizzati da violenti disordini
interni provocati sia da fazioni di destra (rivendicazioni dei militari per un
maggiore potere decisionale sugli interventi governativi) che di sinistra
(disordini studenteschi sul tema dell'ecologia e degli armamenti nucleari). Il
PLD, cioè Partito liberal-democratico (che rimase al governo fino al
1993), guidato da Yasuhiro Nakasone, si fece promotore a partire dagli anni
Ottanta di un nuovo programma in politica estera, volto a un progressivo riarmo
e alla stipulazione di accordi difensivi con gli Stati Uniti. Dopo il trionfo
del Partito conservatore nel 1986, Nakasone riuscì, in virtù di
una modifica costituzionale, a prolungare da quattro a cinque anni il suo mandato di primo
ministro; tuttavia nel 1987 dovette cedere l'incarico a Takeshita, scelto
de
facto dallo stesso Nakasone. Il primo ministro intendeva con questa manovra
garantire la continuità alla propria politica e lasciarsi al contempo
aperta la possibilità di ritornare al potere. Nel 1988, alla morte
dell'imperatore Hirohito, gli successe il principe ereditario Akihito. Nelle
elezioni politiche del 1990, i conservatori riconfermarono il loro ruolo di
guida del Paese con Kiichi Miyazawa, presidente del partito, nominato primo
ministro alla fine dello stesso anno. Nel luglio 1993 il nuovo appuntamento
elettorale segnò una svolta nella storia politica del
G.: il
Partito liberal-democratico perse la maggioranza assoluta, pur conservando
quella relativa. Si chiuse per il
G. l'epoca dei Governi monopartitici e
iniziò quella delle coalizioni politiche. La guida dell'Esecutivo fu
affidata a Morihiro Hosokawa, sostenuto da un vasto elettorato. Durante il suo Governo
l'elevato surplus commerciale del Giappone (107 mila milioni di dollari
nel 1992; 150 mila milioni di dollari nel 1993) provocò continui attriti
nei mercati internazionali, in particolare con gli Stati Uniti. Nonostante
questa tendenza positiva dell'economia, a partire dalla seconda
metà del 1992, la disoccupazione andò aumentando fino a toccare
nel 1996 il suo picco più alto: 3,2%. L'idillio di Hosokawa con
l'opinione pubblica, dopo aver battuto ogni record di popolarità,
cominciò a sfilacciarsi all'inizio del 1994 e i giudizi della
stampa divennero severi, accusandolo di aver ricevuto enormi somme di denaro in
cambio di favori. Un nuovo caso di corruzione coinvolse il legislatore Nakamura,
del PLD, che venne arrestato per aver accettato tangenti dalla Kajima e da altre
imprese di costruzioni. Hosokawa non poté prendere le distanze dalle
accuse dei suoi oppositori, che lo coinvolgevano in affari illeciti così
in aprile presentò le dimissioni e chiese “sinceramente perdono al
popolo giapponese”. Tsutomu Hata fu allora designato a succedergli come
primo ministro. Egli intraprese un viaggio in Europa per stringere vincoli
commerciali con l'Unione Europea e ammise che la causa della crisi con gli
Stati Uniti era stata la bilancia commerciale a favore del Giappone. Dopo un
principio di accordo tra i due Paesi, Hata iniziò un programma per
promuovere la
deregulation dell'economia nipponica. Nelle elezioni
del giugno 1994 venne designato come nuovo primo ministro il socialista Tomiichi
Murayama; il suo partito, il Partito socialdemocratico giapponese, non ottenne
la maggioranza parlamentare, tuttavia formò un'alleanza con il suo
tradizionale rivale, il PLD, e con il nuovo Partito Sakigake. Murayama
subì una evidente sconfitta quando l'indipendente Yukio Aoshima fu
eletto governatore di Tokyo nelle elezioni del 9 aprile 1995: i socialisti
ottennero scarsi risultati anche alle elezioni di luglio, quando vennero
rinnovati metà dei membri della Camera alta. Nel gennaio 1996,
Ryutaro Hashimoro (presidente del PLD) succedette come primo ministro a
Murayama. Il nuovo capo del Governo indisse le elezioni generali in ottobre, che
diedero al suo partito la maggioranza relativa in Parlamento. A novembre,
Hashimoto formò un consiglio dei ministri composto unicamente da membri
del PLD. Tra il 1997 e il 1999 una grave crisi economica scosse tutto il
Sud-Est asiatico e non risparmiò il
G, che iniziò a risollevarsi
dalla recessione nel 2000, solo a costo di pesanti ristrutturazioni industriali e
bancarie e di un forte incremento della spesa pubblica. In questo clima la coalizione
di Governo (Partito liberaldemocratico, Partito buddhista Komeito e Partito conservatore),
sotto la guida del nuovo premier Yoshiro Mori, conservò la maggioranza dei
deputati nelle elezioni legislative del giugno 2000, ma perse consensi a favore
del Partito democratico, la principale forza di opposizione. Nei primi mesi del 2000
il Governo rinunciò al finanziamento per la realizzazione, prevista tra il 2000
e il 2010, di nuove centrali nucleari. La decisione fu presa dopo che nel settembre
1999, nell'impianto di lavorazione dell'uranio di Tokaimura, si verificò un
gravissimo incidente: 50 addetti rimasero contaminati dalle radiazioni e due di
essi morirono. Nel febbraio 2001 il sottomarino nucleare statunitense Greenville
speronò la nave scuola Ehime Maru al largo di Pearl Harbour, provocando
la morte di nove persone. In aprile il primo ministro Mori, travolto da una serie
di clamorosi errori politici e dal moltiplicarsi degli scandali che implicarono
esponenti del Governo, cedette gli incarichi di leader del Partito liberal-democratico
e di primo ministro a Junichiro Koizumi. Il neo premier si impegnò a ridurre
il debito pubblico, a realizzare un piano di stabilità fiscale e una
limitazione dei prestiti alle banche, onde evitare le disastrose bancarotte degli
istituti di credito, e ribadì l'alleanza strategica con gli Stati Uniti.
Le elezioni municipali di Tokyo, tenutesi nel giugno 2001, registrarono il successo
del partito di Governo. In ottobre Koizumi si recò in visita a Seoul e
presentò le scuse del
G. per le sofferenze subite dalla Corea del
Sud durante il dominio coloniale nipponico. Dissapori ci furono invece con il
Perú a causa del braccio di ferro sull'estradizione dell'ex presidente
peruviano Alberto Fujimori, in
G. dal novembre 2000, e in possesso della
cittadinanza giapponese. Dopo gli attentati dell'11 settembre
2001 alle Torri Gemelle e al Pentagono, il
G. diede il pieno appoggio all'attacco
aereo degli Stati Uniti contro l'Afghanistan e consentì l'invio all'estero di un
corpo di spedizione navale e aereo di autodifesa in appoggio logistico alle truppe
anglo-americane impegnate in Afghanistan e di assistenza ai profughi. Nel settembre
2002 la decennale inimicizia con la Corea del Nord sembrò stemperarsi quando
Koizumi si recò in visita nel Paese. In quell'occasione il leader nord-coreano Kim Jong
II porse le scuse ufficiali del suo Paese per i frequenti episodi di rapimento di
cittadini giapponesi avvenuti durante gli anni Settanta e Ottanta. Poco dopo lo stesso
primo ministro dovette fronteggiare una grave crisi all'interno del suo Esecutivo,
acuita dalla negativa congiuntura economica. Il 26 maggio 2003 un violento terremoto
del 7° della scala Richter colpì le prefetture settentrionali di Miyagi e Iwate.
Fortunatamente la profondità dell'epicentro, localizzato a 60 km sotto il livello
del mare, non causò vittime. A novembre si tennero le elezioni per il rinnovo della
Camera bassa, vinte di misura dalla coalizione facente capo a Koizumi, che venne
riconfermato primo ministro. Sempre nel 2003 venne inviato il primo contingente
di soldati giapponesi di supporto agli anglo-americani in Iraq. Nel mese
di luglio 2004 le elezioni per la Camera alta
decretarono la vittoria del Partito democratico su quello liberal-democratico del
primo ministro che, tuttavia, riuscì a mantenere la coalizione al potere. Nell'ottobre
dello stesso anno il Nord del Paese venne interessato da una serie di terremoti
che causarono una trentina di morti. In dicembre i rapporti con la Corea del
Nord si fecero tesi relativamente al destino di alcuni cittadini giapponesi
rapiti e uccisi durante la "guerra fredda" per i quali il Giappone voleva
un risarcimento economico. Dal 1° gennaio 2005 il
G. divenne membro non
permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Nell'agosto 2005 il Governo cadeva dopo essere stato sconfitto sulla proposta di privatizzazione delle poste, ma nelle elezioni di settembre, condotte proprio sulla campagna di privatizzazioni voluta dal premier Koizumi, il partito liberaldemocratico otteneva 296 seggi contro i 113 dell'opposizione, confermando il successo della coalizione di governo. Nel giungo 2006
le autorità governative annunciarono l'intenzione di ritirare il contingente militare
dall'Iraq. In settembre Shinzo Abe successe a Koizumi sia alla guida del PDL, sia
nell'incarico di premier. Il programma di Shinzo Abe prevedeva il miglioramento dei rapporti con la Cina e la continuazione delle riforme strutturali iniziate da Koizumi. Tra i mesi di marzo e aprile dell'anno successivo numerosi episodi
sismici interessarono il Paese; in particolare il doppio terremoto del 16 luglio, di magnitudo
6,8 e 6,9 della scala Richter, provocò 11 vittime e circa 1.000 feriti, nonché ingenti danni:
tra questi un incendio con fuga di acqua "pesante", poi riversatasi in mare, dalla centrale
nucleare di Kashiwazaky-Kariwa. In seguito all'incidente, l'AIEA decise di inibire
l'utilizzo dell'impianto per un anno. Nel luglio 2007 il premier ultraconservatore
Shinzo Abe subì una clamorosa sconfitta nel suo
primo confronto con il grande elettorato, perdendo la maggioranza al Senato.
Incapace di ottenere la collaborazione dell'opposizione sull'approvazione di un provvedimento
di appoggio logistico alle forze statunitensi nel Mar Arabico, Abe presentò
le dimissioni sia dalla presidenza del direttivo del Partito liberaldemocratico sia dalla carica di primo ministro.
Al suo posto venne eletto Yasuo Fukuda che si dimetteva nell'agosto 2008 per una serie di
contestazioni alla sua politica, soprattutto quella economica. In seguito il Parlamento eleggeva come primo ministro
Taro Aso, leader del PLD. Nel luglio 2009, dopo la sconfitta elettorale del suo partito nelle elezioni municipali di Tokyo, il premier scioglieva la Camera bassa del parlamento in attesa di elezioni anticipate. Queste ultime si svolgevano in agosto e vedevano la vittoria dei democratici (PDG) con 308 seggi, mettendo fine a 54 anni di governo da parte del PLD (119 seggi). A capo del governo veniva nominato Yukio Hatoyama, leader del PDG, ma dopo il fallimento della modifica all'accordo tra Stati Uniti e Giappone per la ricollocazione della base militare di Futenma, Hatoyama rassegnava le dimissioni (giugno 2010) e al suo posto veniva nominato il leader dei democratici Naoto Kan. Un mese dopo si svolgevano le elezioni per il rinnovo della Camera alta, vinte dal partito all'opposizione (PLD), creando stallo politico nel Paese. L'11 marzo del 2011 un terremoto di magnitudo 9.0, con epicentro a 150 km dalla costa nordorientale, sconvolse il Paese e provocò uno tsunami, di onde alte fino a dieci metri, che si abbatté soprattutto sulla prefettura di Miyagi, distruggendo interi centri abitati e causando migliaia di morti. Il terremoto danneggiava il sistema di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima, provocando l'innalzamento della temperatura dei reattori; questo costringeva il Governo a evacuare la zona, colpita da un livello di radioattività superiore alla norma.
La suddivisione politica del Giappone intorno alla metà del XVI sec.
Il terremoto che ha colpito il Giappone l'11 marzo del 2011
ANTROPOLOGIALa
popolazione del
G., pur molto complessa per tipi, di cui si distinguono
le quattro varietà regionali
okayama, ihikawa, satsuma e
chikuzen, basate sull'indice cefalico e sulla statura, può essere
ricondotta alle due forme fondamentali sud-mongolide e sinide. Il tipo
sud-mongolide è quello predominante e si presenta con cranio
brachicefalo, occipite appiattito, faccia larga e ossa nasali depresse. Il tipo
sinide ha invece cranio dolicocefalo con occipite sporgente, faccia affilata e
naso sottile. La statura media è più alta nel tipo sinide. •
Etn. - Benché la civiltà europea abbia introdotto architettura,
arredamenti e vestiari di tipo occidentale, permangono diffusissimi i caratteri
tradizionali. Nelle abitazioni permane l'uso di stuoie, paraventi, pareti mobili
e il
tokonoma, specie di sacrario con il nome degli antenati, che sono
oggetto di culto. Tra gli oggetti del vestiario sono diffusi i
kimono,
per uomini e donne. Alla base dell'alimentazione sta il riso, spesso consumato
ancora usando i caratteristici bastoncini
hashi. Nelle classi più
povere è invece più diffuso l'orzo. Molto usata è la salsa
shoyu fatta con la soia. Tra le bevande primeggiano il
sake, che
è un'acquavite proveniente dalla fermentazione del riso e che si beve
caldo, la birra e il tè verde. Poco diffusi sono invece gli alimenti a
base di carne, banditi dal buddhismo. All'etica confuciana sono ispirate talune
tipiche istituzioni sociali, quali il matrimonio e l'adozione, nonché gli
aspetti della vita familiare che si svolge sotto la direzione assoluta del
capofamiglia, al quale è dovuta cieca
obbedienza.
LINGUAPolisillabica
e agglutinanta, il giapponese appartiene forse al ramo orientale dell'altaico,
ma presenta analogie sintattiche e lessicali anche con le lingue del gruppo
mundapolinesiano. In epoca storica subì l'influenza della lingua cinese,
che si esercitò soprattutto sul vocabolario e sul fonetismo. La lingua
parlata mostra una grande varietà di dialetti e di forme idiomatiche, e
differisce notevolmente da quella scritta per regole grammaticali e sintattiche.
Come lingua nazionale è stato adottato, in età moderna, il
dialetto di Tokyo. La scrittura è di tipo ideografico. Nel 1885 fu
istituita in
G. una società di studio per l'adozione dell'alfabeto
latino, ma essa concluse i lavori con la compilazione di un sistema di
trascrizione detto
rômaji (scrittura romana), che fu creato
soprattutto ad uso degli stranieri. L'unica riforma effettiva della scrittura
giapponese è stata quella di ridurre sempre di più il numero degli
ideogrammi da usare nei documenti ufficiali e nelle pubblicazioni a vasta
diffusione. Nel 1947, il Governo ha stabilito che gli ideogrammi di uso comune
(
Tôyo Kanij) fossero 1850, e che una parte di questi, precisamente
881, fossero insegnati nelle scuole di ordine
primario.
LETTERATURALe
prime opere della letteratura giapponese sono di argomento storiografico, e si
ispirano a modelli cinesi:
Memorie degli avvenimenti
dell'antichità e
Annali del Giappone (VIII sec.). Intorno al
760 fu compilata la prima antologia poetica, la
Raccolta delle diecimila
foglie, che comprende 4.495 poesie di centinaia di autori del VII e VIII
sec. Nel 905 fu compilata la
Raccolta di poesie antiche e moderne. Gli
autori gravitano, ora, intorno all'ambiente di corte; la maggior parte dei loro
componimenti sono
tanka, composizioni di 31 sillabe, forma metrica
divenuta classica della poesia giapponese. A partire dal X-XI sec. si rileva un
interesse crescente per la narrativa, soprattutto per il diario e il racconto
(
monogatari). Quest'ultimo si trasformò, da genere fiabesco, in
romanzo, assumendo il carattere di ritratto d'ambiente e di costume. All'apice
della letteratura del periodo Heian (794-1185) è
La storia del
principe Genij, composta intorno al 1010 da Murasaki Shikihu, descrizione di
una società splendida e raffinata. Lo stesso quadro di vita è
offerto da
Le note del guanciale di Sei Shônagon (966-1013), in uno
stile più realistico e vivace. Il periodo Kamakura (1185-1338), che
inaugurò un'epoca di guerre civili, produsse una serie di romanzi
storici, ispirati alle lotte politiche tra le grandi famiglie feudali. L'opera
Varietà dei momenti d'ozio del monaco Kenkô (1283-1350)
è pervasa da un tono amaro; lo stesso che si ritrova nei testi del teatro
nô del XIV e XV sec., in cui il mondo evocato è quello degli
eroi scomparsi. Un'altra forma di teatro, non aristocratico come il
nô ma popolare, fu il
bunraku o il teatro delle marionette,
sviluppatosi sul repertorio dei componimenti recitati dai cantastorie girovaghi.
Uno dei soggetti preferiti era una ballata dal titolo
La storia della dama
Jôruri, che segnò la nascita del dramma per il teatro delle
marionette, chiamato appunto
jôruri. L'ultima antologia poetica
ufficiale fu compilata nel 1438. La poesia classica di stile
Tanka era
ormai in piena decadenza e sostituita dalla poesia a catena o
renga. Fu
proprio da questo genere di poesia che nacque la forma metrica più breve
della poesia giapponese, chiamata
haikai, portata a forma d'arte da
Mutsuo Basho. Il rinnovamento letterario che si preannunciò nel XVII sec.
favorì la diffusione di una narrativa popolare e borghese, che attinse i
suoi temi alla vita di tutti i giorni. Tale caratteristica si riscontra sia nei
romanzi di Ihara Saikaku, uno dei maggiori scrittori del periodo Tokugawa, sia
nei drammi di Monzaemon Chikamatsu. Verso il XVIII sec. si sviluppò il
dramma popolare, noto come
kabuki, i cui soggetti furono ispirati, di
preferenza, a fatti di cronaca o ad avvenimenti e personaggi famosi della storia
nazionale. A partire dalla metà del XIX sec. l'influenza occidentale
dette un corso nuovo alla letteratura giapponese, nella quale si affermò
il realismo per opera del critico Tsubouchi Shôyô e del romanziere
Futabatei Shimei. Il Romanticismo ebbe in Kôda Rohan uno dei più
convinti assertori; il naturalismo fu propugnato da Shimazaki Tôson;
l'idealismo da Natsume Sôseki; il neointellettualismo da Akutagawa
Ryûnosuke. Ma, al di là di ogni corrente, l'elemento che accomunava
la maggior parte degli scrittori era l'istanza sociale, particolarmente viva in
Arishima Takero e in Mushakûsji Saneatsu, uno dei fondatori della rivista
"Betulla Bianca". L'opera di questi scrittori favorì lo sviluppo di una
letteratura proletaria d'influenza marxista, in voga negli anni intorno al 1920.
Ad essa reagì il cosiddetto neoimpressionismo, nel quale si distinse
Yasunari Kawabata e che si risolse in un genere di letteratura autobiografica,
espressione della rivolta spirituale delle giovani generazioni contro le
dottrine nazionalistiche dominanti. Nel secondo dopoguerra si è operato
un totale rinnovamento nella letteratura giapponese, all'insegna del realismo,
sia in relazione alla sempre crescente influenza occidentale, sia in rapporto
alla profonda trasformazione del costume e della ideologia nazionali. I romanzi
di autori contemporanei, come Junichiro Tanizaki e Osamu Dazai, godono di larga
popolarità anche all'estero; quelli di Shôhei Ooka e di Yukio
Mishima sono considerati tra le opere più impegnative della narrativa del
dopoguerra.
ARTEAll'inizio
dell'età dei metalli, nella primitiva arte giapponese compaiono ceramiche
con decorazioni a cordoncini rilevati (Yamato). I più antichi edifici di
culto sono legati al naturismo della religione shintoista; il luogo sacro
è concepito come abitazione degli antenati, e perciò riproduce la
forma della capanna più antica. Tra il 552 ed il 645 circa le relazioni
culturali con il continente si fanno intense, tanto che si può parlare di
un'arte cinese in
G. Dopo lo Shintoismo, che non conosceva le immagini,
il Buddhismo, che ora si diffonde, favorisce lo sviluppo delle arti figurative;
sculture in legno e bronzo ripetono i modelli cinesi del V e VI sec. Tra il VII
e l'VIII sec. l'arte giapponese, come quella cinese dell'epoca T'ang, si volge a
un sempre maggiore naturalismo: nella scultura, il panneggio e il modellato del
corpo si affinano e arricchiscono; i volti, perduta la monumentalità
primitiva, assumono un'espressione di rapimento che tende a divenire
stereotipata. Prodotti tipicamente giapponesi sono le maschere e le statue
ritraenti sacerdoti celebri. Gli affreschi del
Kondo di Nara sono un
perfetto esempio di pittura T'ang. Solo verso la fine di quest'epoca si
avvertono nella pittura accenti più specificamente giapponesi.
Nell'architettura, le innovazioni consistono nell'uso di costruire, nel recinto
sacro, due pagode anziché una, di coordinare l'aula delle conferenze
all'aula d'oro e di disporre l'insieme di tali costruzioni lungo un asse
longitudinale. Durante l'VIII ed il IX sec. si ha nella scultura
un'accentuazione della tendenza a deformare la realtà secondo formule
baroccheggianti; nell'arte si riflette l'influsso delle nuove sette mistiche. Al
IX sec. appartiene il grande pittore Koseno Kanaoka. Il contenuto religioso fa
preferire le rappresentazioni schematiche, al centro della quali è la
figura di Buddha. L'affrancamento dalla Cina si compie soprattutto nella pittura
di paesaggio. Caratteristica essenziale dell'architettura del IX sec. è
la sua fusione con il paesaggio (conventi costruiti su montagne). Il periodo che
va dal IX al XII sec. vede il
G. staccarsi completamente dalla Cina; esso
fu caratterizzato dal lusso sfarzoso delle corti feudali; la pittura assunse
caratteri di eleganza e di espressione intima del tutto giapponesi. La scultura
presenta alcune grandi personalità, come Jocho; fra le arti minori
primeggia quella della lacca che, dal XII sec., si fa sempre più ricca e
si distingue dalla cinese per la tendenza alla rappresentazione figurata. Nel
campo dell'architettura compaiono alcuni lussuosi edifici profani. Tra il XII e
il XIV sec. si verifica un distacco dall'arte di corte troppo raffinata e un
ritorno alla tradizione del continente. Importanza predominante nell'arte ebbe
la setta religiosa degli Zen, tendente alla concentrazione nella natura. La
scultura, che dipende da modelli cinesi, fiorisce per merito di una serie di
grandi artisti, da Kokei a Unkei, le cui opere, prevalentemente in legno, sono
caratterizzate da un forte realismo. Grande sviluppo ha il ritratto. Più
tradizionale appare la pittura, nell'ambito della quale compaiono i primi
ritratti profani. Sorge la tecnica della terracotta invetriata; per la prima
volta si presenta l'arte dello spadaio e del corazzaio, destinata a raggiungere
estrema perfezione tecnica. Nell'architettura, i templi shintoisti ritornano
alle forme tradizionali. Nel XIV-XVI sec., mentre la scultura decadeva nella
ripetizione accademica, la pittura assumeva una grande importanza; fu adottata
la tecnica cinese del bianco e nero, nella quale divennero famose le accademie
sung. La calligrafia fu spesso inserita nella composizione, quasi sempre
di una estrema semplicità. Fu fondata la scuola di Kano. L'uso della
lacca, specie per piccoli oggetti, della ceramica e del bronzo giunse al massimo
sviluppo; la tecnica si fece sempre più ricca e raffinata.
Nell'architettura, si ricercavano il lusso e gli effetti scenografici. L'epoca
che va dal XVI al XIX sec. vide Yedo, la futura Tokyo, divenire il maggior
centro artistico. Le più belle opere di scultura di questo periodo sono
le maschere; per la prima volta si incontrano sculture minute di soggetto
profano e soprammobili di porcellana; sono in voga i
netsuke, specie di
bottoni di legno o d'avorio incisi con soggetti spesso umoristici. Con la
crescente importanza della borghesia si afferma il gusto della scena di crudo
realismo, presa dalla vita quotidiana e dalla storia. L'arte della lacca si fa
sempre più lussuosa, a scapito della stessa eleganza. L'architettura va
perdendosi in una sovrabbondanza di decorazioni; si costruiscono ora anche
castelli fortificati. Esempi tipici di quest'arte sono le tombe degli
shogun a Nikko. Dal 1868 agli inizi del Novecento, l'occidentalizzazione
del
G. causò un forte regresso nell'arte nazionale che, ora, tenta
di risorgere in vari modi, sempre però ispirata alle forme tipiche
dell'arte occidentale
contemporanea.
MUSICALa
musica giapponese, con le sue basi teoriche e i suoi strumenti, trae le origini
dalla scuola coreano-cinese, penetrata in
G. dal V all'VIII sec. Come la
cinese, la gamma giapponese tipica si forma con elementi di due tetracordi
disgiunti. Nella tecnica della composizione manca una vera e propria polifonia;
si pratica invece un tipo di
eterofonia, nel senso ellenico classico. Gli
strumenti principali, d'origine quasi sempre cinese, sono: una specie di liuto
detto
biwa, con 4 corde seriche; il
koto a 13 corde; lo
shamisen, liuto a 3 corde; il
sho, composto da 17 zufoli di
bambù; il
kichiriki, oboe che accompagna la melodia vocale o
strumentale. Estensione più ristretta ha il
fue, flauto. Tra le
percussioni è importante lo
shaku-byoshi, di origine nazionale,
composto di 2 tavolette lignee. Caratteristica della pratica musicale giapponese
è la quasi costante politonalità. La tradizione reca musiche di
origine anche remota, ed è importante specialmente nei
nô
teatrali. Essa è però soppiantata, oggi, dall'interessamento per
la tecnica musicale europea, regolarmente insegnata nei conservatori.
Alcuni Samurai
La cima innevata del monte Fuji (3776 m), in Giappone
Giardino giapponese
Giappone: il castello di Ōsaga
Tokyo: la ferrovia
Tokyo: scorcio della Ginza
Torii in legno del santuario di Itsukushima, nei pressi di Hiroshima
Giappone: Yumedono (Sala dei sogni) ottagonale dell'Hōryuji a Nara
"Arte e natura in Giappone" di Sante Spadavecchia