Storico e scrittore politico italiano. Si interessò particolarmente al
problema dei rapporti fra Stato e Chiesa, che costituiscono il filo conduttore
della sua
Istoria civile del Regno di Napoli (1723), narrazione delle
vicende politiche, giuridiche, culturali e religiose dell'Italia meridionale,
dall'epoca romana alla fine del XVII sec., scritta allo scopo di chiarificare
gli abusi della Chiesa. La violenta reazione dell'autorità ecclesiastica
costrinse
G., scomunicato, a rifugiarsi a Vienna (1724), dove attese a
continuare una serie di scritti minori (
Sulle scomuniche invalide,
Sull'apostolica legazia, Professione di fede, Risposta alle "Annotazioni" del
Paoli, Sull'arcivescovato beneventano, ecc.), nei quali ribadiva quel
programma di progressiva demolizione delle prerogative ecclesiastiche che
l'anticurialismo napoletano attuò nel settantennio successivo. Negli
stessi anni componeva il
Triregno, opera nella quale
G. afferma
che ai dogmi proclamati da Cristo si riduce l'essenza del cristianesimo puro, ma
che intorno ad essi la gerarchia ecclesiastica ha intessuto una tale serie di
abusi, da restaurare un nuovo regno terreno più pagano dell'antico.
G. auspica, perciò, la soppressione del papato e della gerarchia,
come sola via che possa permettere l'esplicazione piena della sovranità
laica. Passata Napoli ai Borboni (1734),
G. tentò di tornarvi, ma
le ostilità sollevate dalla Chiesa lo costrinsero a rifugiarsi a Ginevra
(1735), dove fu arrestato (1736) ed incarcerato a vita. Costretto a firmare un
atto di abiura, trascorse gli ultimi anni nelle carceri sabaude, occupandosi
della composizione di una
Autobiografia e di opere storiche minori
(Ischitella, Foggia 1676 - Torino 1748).