Stats Tweet

Gianni Schicchi.

Opera giocosa di Giacomo Puccini su testo di Giovacchino Forzano, in un atto. Prima rappresentazione: Teatro Metropolitan di New York, 4 dicembre 1918. È una delle tre opere brevi che costituiscono il trittico pucciniano con Il tabarro e Suor Angelica. La trama: L'azione si svolge a Firenze nell'anno 1299. Un gruppo di parenti sta piangendo la dipartita di Buoso Donati che giace sul suo letto di morte. Corre voce che il defunto abbia lasciato ogni suo avere ai frati di Signa; perciò, temendo di esser stati diseredati,i parenti si lamentano più per il proprio interesse che per la morte del vecchio. Quando subentra la certezza che Buoso ha veramente lasciato l'eredità al convento, Rinuccio (tenore), che è innamorato di Lauretta (soprano) propone di rivolgersi all'astutissimo Gianni Schicchi (baritono) che è il padre della ragazza. Così vien fatto. L'unica ad opporsi all'intervento dello Schicchi è la vecchia Zita (mezzo-soprano) perché considera Gianni un villano, un vero contadino; ma Rinuccio le risponde per le rime. Arriva Gianni Schicchi che viene malamente accolto dalla Zita e vorrebbe perciò andarsene; ma le preghiere di sua figlia Lauretta lo convincono ad escogitare il sistema per sistemare la faccenda nel migliore dei modi. Dopo aver preso visione del testamento Schicchi si sostituisce al defunto e, imitando la voce di Buoso, rassicura il medico Spinelloccio (basso), nel frattempo sopragiunto, che si sente un po' meglio. Quando il medico se ne va Schicchi fa chiamare il notaio e due testimoni per dettare un nuovo testamento: naturalmente i parenti gli raccomandano di far le cose per bene e lui li rassicura pur avvertendoli che commettendo una frode questa potrebbe essere punita con il taglio della mano, come si usava a Firenze in quell'epoca. Il finto moribondo detta quindi le sue ultime volontà lasciando a se stesso i beni del morto. I parenti, fuori di sé dalla rabbia, stanno per aggredire Gianni ma questi, afferrato un bastone di Buoso, li picchia tutti di santa ragione ad eccezione di Lauretta e di Rinuccio che finalmente possono teneramente abbracciarsi mentre i parenti si allontanano sotto la gragnuola di legnate. Alla fine Gianni Schicchi si rivolge al pubblico e dice: "Ditemi voi, signori, se i quattrini di Buoso potevano finire meglio di così".