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Giamboni, Bono.

Letterato fiorentino. Fu nominato in veste di giudice in una serie di atti, l'ultimo dei quali porta la data del 1292. Lasciò una serie di volgarizzazioni dal latino, tra le quali quelle del De miseria humanae conditionis di Lotario Diacono, delle Historiae adversum paganos di Paolo Orosio, dell'Epitome rei militaris di Flavio Vegezio, e compose inoltre un'opera originale, Il libro dei Vizi e delle Virtudi, più nota col titolo Introduzione alle Virtù. Di un certo interesse storico-letterario la sua traduzione del De miseria di Lotario Diacono: l'opera, cupamente ascetica, si trasforma nelle sue mani, grazie ad una ampia manipolazione del testo, in un trattato che, pur conservando il suo carattere pedagogico e morale, si adegua ad un senso più fresco e gioioso della realtà; G. svolge con maggiore ampiezza la parte relativa al Paradiso, mettendo in sottordine la descrizione delle pene dell'Inferno. Ottime da un punto di vista letterario sono anche le pur difficili traduzioni di Orosio e Vegezio (seconda metà del XIII sec.).