(grafia italiana di
Jainismo, derivato dal sanscrito
jaini:
vincitore). Dottrina indiana, affermatasi nel periodo post-vedico che, insieme
col Buddhismo, ebbe una importanza preminente nella vita intellettuale e
spirituale dell'India dove, ancora oggi, conta un certo numero di seguaci. La
prima formulazione del
G., in sede etico-religiosa più che
filosofica, è attribuita a Parçvamatha (o Pasva) vissuto intorno
al 750 a.C. Ma il vero fondatore, o riordinatore, di quello che all'inizio non
era probabilmente ancora un vero sistema speculativo, fu
Mahavîra
(il Grande eroe) detto anche il
Jina ossia vincitore delle passioni
umane, che fu contemporaneo (539-467 a.C.) di Buddha. In sede puramente
religiosa, il
G. è una dottrina di rigido ascetismo; in sede
speculativa esso si contraddistingue come dottrina di tipo relativistico o,
più esattamente, di sofistica relativistica. Secondo tale dottrina il
mondo è costituito, oltre che dalla materia, da innumerevoli anime. La
materia è sottoposta a continue trasformazioni dipendenti dall'anima che
dà vita alla materia. La via principale per la salvezza dell'anima,
liberata dalla materia, è l'ascetismo. I monaci s'impegnano in uno sforzo
di perfezionamento morale, perseguendo l'
ahimsa, il precetto di non
nuocere a nessun essere vivente, per cui si attengono uno stretto vegetarianismo
e, quando camminano, procedono muniti di una scopa, con cui rimuovono ciò
che si trova innanzi, per evitare di calpestare i piccoli esseri viventi che
possono trovarsi sul loro cammino. In sede speculativa, si tratta, in sostanza,
di un metodo dialettico fondato sulla constatazione che il reale si presenta
alla nostra esperienza con una varietà di attributi o, meglio, che un
oggetto ha una varietà di attributi tale da non poter essere considerato
in sé e per sé, indipendentemente dall'ambiente in cui si trova
collocato. Da questo presupposto realistico derivò il
Syadvana o
"dottrina del può essere" che pretende di esaurire le possibilità
dei rapporti e del modo di essere di un oggetto e che costituisce uno dei
caratteri prevalenti del
G. Secondo tale dottrina, un oggetto, a seconda
del punto di vista da cui ci si pone, può: 1) essere esistente; 2) essere
non esistente; 3) essere esistente e non esistente. Nel suo più completo
sviluppo questo schema di probabilismo si articola in sette punti.