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Giacosa, Giuseppe.

Scrittore, autore drammatico e librettista italiano. Seguì gli studi di giurisprudenza presso l'università di Torino. Nel 1888 si trasferì a Milano, dove fu nominato direttore e docente nell'Accademia dei filodrammatici. Insegnò anche Letteratura drammatica al conservatorio. Direttore della rivista milanese "La lettura" nel 1891, ottenne, in seguito, un discreto successo come giornalista. Amico di numerosi scrittori del tempo, Fogazzaro, Verga, Bersezio, De Amicis, Boito e Zola, si dedicò a sua volta alla prosa: si rivelò nel 1896 con un volume di racconti intitolato Novelle e paesi valdostani. Maggiore successo ottenne, comunque, con la pubblicazione della commedia in versi Una partita a scacchi (1873). Verso il 1880 G. comincia a maturare una tendenza naturalistica che lo indurrà ad abbandonare il verseggiare un po' accademico dei primi drammi per una prosa più sviluppata nel dialogo, nell'intreccio e, soprattutto, nel profilo psicologico dei personaggi: nelle opere del periodo appaiono alcuni gustosi ritratti dell'ambiente borghese. Ha inizio così il periodo più felice della sua produzione, che, dopo la realizzazione di Tristi amori (1887) e de I diritti dell'anima (1894), di ispirazione ibseniana, culminerà nella stesura di Come le foglie, considerata dalla critica il suo capolavoro e paragonata da S. D'Amico al teatro di Cechov. Per la sicurezza del disegno e dell'impianto drammaturgico, per una certa asciuttezza nei dialoghi, per la fine e attenta sensibilità alle tematiche culturali e ideologiche del suo tempo, fu spesso indicato dalla critica come uno dei maggiori veristi italiani. Tuttavia la sua indulgenza ad una minuziosa descrizione degli affetti intimi e a banali moralismi fa sì che si affermi spesso una tendenza al patetico che "decolora" la qualità letteraria (Ivrea 1847 - Milano 1906).