Film del 1943 diretto da Alberto Lattuada, al suo debutto nella regia, e
interpretato da Marina Berti, Massimo Serato, Andrea Checchi, Tina Lattanzi,
Giacinto Molteni, Giulio Tempesti, Domenico Viglione Borghese. Tratto
dall'omonimo romanzo di Emilio De Marchi, il film è un'aspra critica
della società borghese, della sua ipocrisia e del suo perbenismo. La
scelta di una trama tratta da un'opera letteraria consentì a Lattuada di
evitare problemi con la censura fascista allora in vigore. Fin dall'esordio il
regista rivela una delle caratteristiche costanti di tutte le sue pellicole: la
predilezione per le figure femminili complesse. Oltre a quello di Lattuada il
film segnò anche il debutto del produttore Carlo Ponti e dell'attrice
Marina Berti.