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Jacques le fataliste et son maître). Romanzo di Denis Diderot,
pubblicato in volume dopo la morte dell'autore nel 1796. La fonte, per
ammissione dello stesso Diderot, è il
Tristram Shandy di Sterne.
È il racconto di un lungo viaggio di Giacomo e del suo signore che, per
ingannare il tempo, si raccontano, con felici trovate satiriche, storie e
avventure proprie e di comuni amici. Il viaggio è spesso interrotto da
piccole e grandi difficoltà che servono ad intrecciare gli episodi che si
accavallano e si richiamano a vicenda. Giacomo e il suo padrone concordano su
molti aspetti filosofici dell'esistenza umana; Giacomo in particolare ha una sua
teoria da esporre. Essa poggia su un'amara constatazione: l'assoluta mancanza
del libero arbitrio per l'uomo. Un destino crudele guida le nostre azioni e
all'uomo non resta che rassegnarsi senza opporre resistenza al volere del fato.
Qualche volta Giacomo dimentica la sua filosofia e impreca contro il destino, ma
subito torna scettico e rassegnato. Alla narrazione del viaggio puro e semplice
si aggiungono man mano gustose imprese d'amore e d'avventura. Con linguaggio
libertino sono messi alla berlina alti prelati, umili fraticelli, dame
dell'aristocrazia ed altezzosi ufficiali. Le scene sono vigorose, i caratteri
ben delineati. Il viaggio si conclude bruscamente. Sfidato a duello, il padrone
di Giacomo uccide il provocatore, e il povero servitore viene arrestato in sua
vece. Giacomo però riesce a fuggire e si unisce ad un gruppo di
fuorilegge. Più tardi i due protagonisti si ritroveranno in un castello
ove decideranno di restare per sempre.