Massa di ghiaccio che dall'alto delle montagne, dove si raccolgono le nevi
perenni, scende con enorme lentezza, premuto dall'alto dagli strati di neve, la
quale, cadendo, per effetto del suo stesso peso, strato su strato, diviene, da
soffice, farinosa, poi granulare, quindi cristallina, cioè si tramuta in
ghiaccio. Sopra la massa di ghiaccio si esercitano nuove pressioni ed altri
fenomeni fisici (disgelo e rigelo); perciò la massa tende a spostarsi
verso il basso formando i
g. quando si arresta nei valloni. In
conseguenza dell'accumularsi di nuove masse, il
g. straripa dal vallone
per scendere in basso verso valli più grandi. Nei
g. si
distinguono due parti: la regione di
alimentazione, dove cade più
neve di quanta possa esserne disciolta; la regione di
ablazione o di
fusione, dove il ghiaccio si scioglie. Oltre tale regione si ha la zona
dove la temperatura consente la fusione di tutto il ghiaccio che scende
dall'alto; in questa zona la lingua ha termine e abbiamo la
fronte.
Questa si sposta più in alto o più in basso, secondo una linea
determinata da uno stato di equilibrio tra alimentazione e fusione. Il movimento
di discesa dei
g. può essere comunicato anche ai detriti rocciosi
caduti sulle loro superfici e detti
morene. Tale movimento determina
anche i
crepacci, per l'ineguaglianza delle velocità nelle varie
parti della lingua o per eventuali salti e contropendenze da superare. Talvolta
sotto il
g. scorre un torrente sub-glaciale, dovuto alle acque di
fusione, che, giunto alla fronte, esce per una caratteristica fenditura a bocca
di forno detta
porta del
g. I
g. possono essere di vari
tipi:
continentali (Groenlandia) quelli che ricoprono intere regioni, e
ad essi simili sono quelli
di altopiano (Scandinavia);
vallivi
(Alpi) e
di secondo ordine, nei quali manca la lingua. Tra questi si
distinguono ancora i
g. di circo, di pendio, di vallone. ║
Distribuzione geografica dei g.: l'area totale occupata sulla Terra dai
g. e dalle nevi permanenti è stimata a circa 16 milioni di kmq,
cioè più o meno un ottavo dell'area delle terre emerse. I
g. veri e propri costituiscono però una ben piccola parte di
questa immensa estensione, mentre la quasi totalità è formata dai
14 milioni di kmq di superficie ghiacciata dell'Antartide e dai quasi 2 milioni
di kmq della Groenlandia. I
g. italiani non sono annoverabili tra quelli
di prima grandezza e ammontano a circa 800, tutti sulle Alpi, ad eccezione di
uno soltanto sull'Appennino, nel gruppo del Gran Sasso; i più estesi sono
il
g. dei Forni (Ortles) che raggiunge i 18 kmq e quelli del Mandrone
(Adamello), e di Macugnaga (Rosa) che superano di poco i 13 kmq.
La formazione dei ghiacciai