Poeta fiammingo. Figlio di un giardiniere, fu accolto nel seminario inferiore di
Roeselare (Roulers) dove doveva prestare alcuni umilianti servigi per pagarvi la
retta. In quegli anni, i contatti con studenti anglo-sassoni lo orientarono
verso il Romanticismo inglese. Compiuti gli studi nel seminario di Bruges, fu
consacrato sacerdote nel 1854. Nel 1860
G. fondò il settimanale
"L'anno 1830", di tendenza antiliberale. Ma nel 1872 dovette abbandonare la
lotta per ritirarsi a Kortrijk (Courtrai), dove venne nominato cappellano e si
occupò di studi linguistici fondando la rivista di estetica e di folklore
"Loquela". Le sue poesie più belle e meno artificiose sono quelle del
primo periodo:
Fiori di camposanto; Piccole poesie; Poesie, canzoni e
preghiere. Il poeta vi canta Dio invisibile e presente, la natura e le sue
creature, lo stupore davanti alla luce e alla bellezza della terra, le ore che
passano e la morte. Dopo anni di silenzio, nel 1877 ritornò alla poesia,
sempre servendosi del dialetto della Fiandra occidentale, che, da lui arricchito
e plasmato, doveva essere adottato da tutta una generazione di poeti fiamminghi.
Le poesie di questo secondo periodo:
Corona del tempo; Collana di rime e
Ultimi versi, sono l'espressione di uno spirito più maturo, ma non
hanno il candore delle prime. Lasciò inoltre pregevoli traduzioni di
poeti, tra cui San Francesco, Jacopone da Todi e San Alfonso de' Liguori (Bruges
1830-1899).