Filosofo italiano. Nato a Torino nel 1908, nel 1930 si laureò in
Filosofia presso l'università di Torino con una tesi di teoretica sul
problema della conoscenza nel Positivismo, poi pubblicata. Due anni dopo
conseguì la laurea in Matematica presso la medesima università con
una tesi di analisi superiore. Tra i maestri che seguirono la sua formazione A.
Pastore, che lo spinse agli studi matematici per poter affrontare i problemi
logici e gnoseologici in rapporto alla teoria della conoscenza e E. Juvalta, che
lo avviò all'analisi dei problemi etico-politici. Assistente presso la
Scuola di Analisi Algebrica di Torino, la sua decisione di non iscriversi al
Partito fascista gli precluse la carriera universitaria. Nel 1943
partecipò alla lotta per la liberazione nazionale, fu partigiano in
Piemonte e nel '44 commissario politico della Brigata garibaldina 105. Reagendo
all'Idealismo gentiliano che prevaleva nella cultura italiana negli anni Trenta,
G. si riallacciava alla migliore tradizione positivista, che fece capo a
Comte, e tentava di proporre un Positivismo di tipo nuovo, integrato dai recenti
strumenti offerti dalla scienza e dalla logica. Grazie agli studi svolti a
Vienna nel 1934, sotto la guida di Morits Schlick direttore del "Circolo di
Vienna", approfondiva le problematiche connessa alla conoscenza scientifica. Gli
scritti del decennio '35-'45, raccolti nel volume
Studi per un nuovo
razionalismo, mostrano lo sforzo per svecchiare la cultura italiana e per
affrontare i problemi metodologici legati alla conoscenza scientifica,
approfondendone i temi teorici essenziali. Dal 1946, pur proseguendo gli studi
filosofici, poteva ritornare all'insegnamento universitario con un incarico
all'università di Torino, e nel '49 vinceva il concorso di Filosofia
teoretica a Cagliari. Nel '52 si trasferiva a Pavia e infine, nel '56,
all'università di Milano, titolare della prima cattedra di Filosofia
della scienza istituita in Italia. Attraverso lo sviluppo delle iniziali
posizioni neopositiviste,
G. arriva a maturare un articolato programma
filosofico-scientifico, che mira non solo a rinnovare la cultura italiana, ma
anche a legarsi con le forze sociali più nuove e vive nel Paese. Pone
come prioritario affrontare i problemi teorici e culturali legati ai vari campi
del sapere: dalla logica alla storia della scienza, dalla matematica
all'epistemologia. Perviene così all'esame critico del "Circolo di
Vienna", scontrandosi con la posizione anti-realistica di Carnap, e giunge a
delineare un Neoilluminismo. Questo sforzo anti-idealistico copre una stagione
breve ma feconda; uomini di tendenze diverse (tra cui N. Abbagnano, M. Dal Pra e
N. Bobbio) si trovano accomunati dalla medesima volontà di rinnovamento.
Attraverso la moderna metodologia scientifica,
G. arriva al pieno
recupero della dimensione realistica e il volume
Saggi di filosofia
neorazionalistica (1953) ne rappresenta il punto d'approdo. Tale
orientamento realistico è riconfermato dal successivo
Filosofia e
filosofia della scienza (1960). Spinto dalla costante tensione di
rinnovamento culturale,
G. passa all'individuazione e allo studio degli
autori della tradizione filosofico-scientifica italiana. Partendo da Galileo,
fondatore della scienza moderna, nell'impegnativa opera storiografica in sette
volumi
Storia del pensiero filosofico e scientifico, l'autore ripercorre
l'intero patrimonio scientifico e filosofico del mondo occidentale, dandogli una
impostazione e valutazione nuova. In questa e nelle altre opere del percorso
filosofico di
G. due punti rimangono centrali: la concezione della
cultura come strumento conoscitivo capace di trasformare uomo e società,
attinta dal programma neoilluministico, e la critica della metafisica, mutuata
dal Neopositivismo. Da questa filosofia razionalistica emerge come centrale la
dialettica. È infatti la dialettica che permette di cogliere la
realtà e la scienza nella loro complessità; se ne deduce che la
conoscenza è relativa ma oggettiva, non assoluta ma certa. A questa
chiara formulazione del suo pensiero giunge compiutamente nelle opere
Scienza
e realismo (1977) e
Lineamenti di filosofica della scienza (1985).
Oltre all'elaborazione filosofica,
G. si è costantemente impegnato
per tradurre in pratica le sue linee di ricerca culturale. A fianco
dell'attività universitaria, tra le molte iniziative ricordiamo che dal
1960 ha diretto il primo gruppo di logica matematica del CNR italiano e che
è stato responsabile della collana della filosofia della scienza presso
l'editore Feltrinelli. Tra i molti riconoscimenti ricevuti,
G. è
stato membro dell'Accademie Internationale d'Histoire des Sciences di Parigi, da
cui nel '74 ha ricevuto il massimo riconoscimento nell'ambito degli studi di
storia della scienza; è stato membro dell'Accademia della scienze e
lettere. Nel 1985 ha ricevuto il Premio nazionale di Filosofia dall'Accademia
dei Lincei. Tra le sue ultime opere:
Le ragioni della scienza (1986),
Del marxismo (1987),
La società come milizia (1988) (Torino
1908 - Rho, Milano 1991).