Poema latino, diviso in quattro libri, per un totale di 1.090 esametri e 32
distici con funzione proemiale. Fu composto tra il 915 e il 922 da un autore non
identificato. Si tratta dell'opera poetica di maggior valore artistico
(nonostante vistosi difetti) prodotta in Italia durante il X sec. Il carattere
è marcatamente apologetico rispetto alle virtù di Berengario, in
appoggio alle ambizioni imperiali di quest'ultimo. Tale partigianeria politica
riduce, ovviamente, l'obiettività delle informazioni e inoltre l'autore,
rifacendosi esplicitamente al modello dell'epica latina, impedisce l'utilizzo
dell'opera come fonte storica. Sono però interessanti le glosse
esplicative e i rimandi agli autori imitati, indice di una notevole cultura
classica.