Tiranno di Siracusa dal 478 al 467 a.C. Secondogenito di Dinomene. Tenne il
governo di Gela quando suo fratello Gelone si trasferì a Siracusa; gli
successe, alla di lui morte, anche in questa tirannia. Alla richiesta di aiuto
degli abitanti di Cuma contro gli Etruschi, Gerone, infastidito dall'invadenza
marinara etrusca nel Mediterraneo, radunò una flotta e riportò
sugli Etruschi una splendida vittoria nelle acque di Cuma. Pindaro cantò
quella vittoria, di cui venne trovata, poco più di un secolo fa, una
preziosa testimonianza nel letto dell'Alfeo: un elmo in bronzo, mandato da
Gerone al tempio di Giove in Olimpia, per ringraziamento suo e dei Siracusani
per la conseguita vittoria. Fu principe generoso, la sua corte si ornò
dei poeti più famosi del suo tempo e vi convennero, tra gli altri,
Pindaro, Eschilo, Simonide, Bacchilide ed Epicarmo (m. 466 a.C.).