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Germani.

Termine, già in uso presso i Greci, che sta a designare le popolazioni stanziatesi, fin dal III millennio a.C., nella Scandinavia e nelle zone propriamente baltiche. Nel corso del II sec. a.C. queste popolazioni si spostarono raggiungendo il Danubio ad Est, invadendo la Gallia e tentando di penetrare anche in Italia, dove però furono bloccate, nel 101 a.C., dalla milizia di Caio Mario. Cesare poi stabilì, quale linea di demarcazione territoriale tra Galli e G., il corso del Reno. In seguito il movimento dei G. interessò prevalentemente le zone orientali oltre l'Elba. Dalla Svezia mossero i Longobardi, che si stabilirono, in un primo tempo, nella Pannonia, per scendere poi, durante il VI sec., in Italia. Gli Angli, che occupavano l'attuale Holstein, emigrarono, nel medesimo periodo, in Britannia; i Sassoni provenivano dall'oltre Elba. Più bellicose erano le popolazioni di provenienza orientale quali i Vandali (passati in Gallia ed in Spagna), i Burgundi che andarono ad occupare l'attuale Borgogna. I Goti, invece, provenienti dalle regioni scandinave, si spostarono verso oriente, giungendo fino sulle coste del Mar Nero, dove si stanziarono anche i Visigoti e gli Ostrogoti. Tra i gruppi occidentali, quelli che maggiormente subirono l'influenza della civiltà romana furono gli Alamanni (Alsazia), i Franchi (basso Reno) ed i Sassoni. Furono questi ultimi a fornire il maggiore contributo alla germanizzazione dell'esercito romano, fatto questo che ebbe un certo peso tra le cause che determinarono il disfacimento dell'Impero romano d'Occidente. Fu in seguito a questi avvenimenti che cominciarono a prendere corpo i primi organismi nazionali germanici, all'alba del Medioevo. ● Dir. - È dalle opere di Tacito e di Cesare che noi traiamo le uniche notizie conosciute sulle fonti storiche del diritto germanico. Esistevano alcuni principi regolatori della vita nelle comunità di ispirazione tendenzialmente democratica: si svolgevano assemblee, all'interno delle quali si operava secondo un sistema elettivo, dove si decideva sulle questioni di interesse generale. Il vincolo familiare era abbastanza forte e si fondava soprattutto sul dominio del mundio (capo famiglia). Nel campo del diritto privato, invece, ci si regolava secondo criteri stabiliti dalla consuetudine: si trattava quindi di un ordinamento più elastico in cui non erano contemplati alcuni istituti, di grandissima importanza nella legislazione romana, quali, ad esempio, i diritti reali di godimento e quelli di proprietà non mobiliare. In seguito, probabilmente a causa sia della fine del nomadesimo sia della progressivamente maggiore influenza della civiltà romana, vennero istituiti alcuni corpi giuridici autoctoni tra i quali ricordiamo la legislazione gotica, quella del gruppo franco e di quello svevo, le leggi sassoni propriamente dette, oltre a quelle longobarde, dalle quali deriverà in parte il diritto italiano. Nella loro sostanza, per quanto riguarda il diritto pubblico, queste legislazioni hanno cura di salvaguardare l'autorità sia legislativa che esecutiva dei re dalle tendenze centrifughe delle assemblee popolari. Quando Carlo Magno ricostituì l'impero romano, le legislazioni germaniche subirono un'influenza anche maggiore del diritto romano. Il re affidò l'amministrazione della giustizia a magistrati di propria nomina; ogni forma di giustizia diretta e privata venne eliminata con l'introduzione della procedura giuridica romana, sia in campo civile che penale, facendo scomparire definitivamente la pratica del ricorso a giudizi di natura divinatoria od oracolista. ● Rel. - La divinità gerarchicamente superiore era il dio Wotan-Odino, dio della guerra e della vittoria, che rappresentava il fondamento dello spirito guerriero di questa razza. Egli presiedeva nel Walhalla le anime degli eroi estinti. I canti religiosi, detti saghe, sono una delle testimonianze più originali dello spirito religioso germanico, frutto sostanzialmente di una mitizzazione delle manifestazioni più eroiche dello spirito romano. La liturgia non si discosta dai modelli tipici di tutte le religioni politeiste; i sacerdoti, durante le frequenti cerimonie, traevano oracoli e vaticinii o dalle viscere di animali (talvolta da quelle di esseri umani) oppure dall'interpretazione di fenomeni naturali, quali il comportamento degli animali in determinate circostanze e le condizioni atmosferiche. Caratteristico, oltre che affine a quello in uso presso gli antichi Greci, il culto relativo alle Valchirie, rappresentanti il destino, il fato, superiore, nella sua ineluttabilità, allo stesso potere degli dei. Nei riti funebri, certamente retaggio dell'antico carattere nomade di queste popolazioni, vigeva la consuetudine di bruciare i cadaveri e di nasconderne le ceneri sotto un cespuglio od una pietra che facesse da tumulo.