Cardinale, filosofo e studioso di pedagogia svizzero. Entrò nel 1734 a
far parte della Congregazione dei Barnabiti e, dopo aver conseguito la laurea
presso l'università di Bologna, insegnò discipline filosofiche nei
collegi di Macerata e Casale Monferrato. Successivamente passò
all'università di Torino dove insegnò Teologia morale. Nel 1764
venne chiamato presso la corte dei Savoia in qualità di precettore di
Carlo Emanuele. Nel 1776 venne chiamato a Roma da Pio VI. Nello stesso anno
venne nominato vescovo e, nel 1777, creato cardinale. Fu uno dei più
stretti collaboratori di papa Lambertini per il quale stese, nel 1786, la bolla
Auctorem fidei. Nel 1800 l'opposizione del cardinale Hertzan, che parlava
a nome dell'imperatore d'Austria, impedì che fosse eletto al soglio
pontificio. Nel primo periodo della sua produzione filosofica fu un seguace di
Malebranche e diffusore delle teorie cartesiane; di questa prima fase del suo
pensiero ricordiamo le opere
L'immortalità dell'anima dimostrata
contro il signor Locke (1747) e
Difesa di Malebranche. In seguito le
sue concezioni si rivolsero verso il Neoplatonismo e vennero illustrate in
lavori come l'
Introduzione allo studio della religione. G. si
occupò anche di problemi di carattere morale ed espose le sue vedute
nell'opera
Discorsi filosofici sull'uomo (1796).
G. si
occupò anche in modo attivo di problemi pedagogici, battendosi per un
tipo nuovo di scuola che mirasse più alla formazione del carattere degli
allievi piuttosto che ad aumentare la quantità di nozioni ad essi
impartite. Le sue concezioni educative, intrise di un pessimismo di fondo sulla
natura dell'animo umano, lo portarono in aperto contrasto con il pensiero di J.
J. Rosseau che riconobbe tuttavia il valore delle opere del
G. Tra i suoi
scritti di carattere pedagogico ricordiamo:
Considerazione sopra gli studi
della gioventù, Piano di studi per un giovane signore chiamato ai
più elevati servigi al servizio del principe e della patria, Riflessioni
sulla teoria e la pratica dell'educazione contro i principi di J. J.
Rousseau (1763) (Samoens, Savoia 1718 - Roma 1802).