Economista e riformatore statunitense. Esponente del socialismo americano, si
oppose energicamente alle dottrine liberistiche e respinse in blocco il
"darwinismo sociale" secondo cui la società sarebbe unicamente dominata
dalla sete di guadagno.
G. sintetizzò la propria concezione dello
sviluppo economico americano nello stesso titolo della sua opera più
importante:
Progresso e povertà (1879). Egli descrisse il
contrasto stridente tra la sempre maggiore concentrazione di ricchezza nelle
mani di pochi e la miseria della grande maggioranza della popolazione. Secondo
G., tutti i mali derivavano da un sistema di proprietà della terra
che consentiva ai proprietari di trarre profitto dal crescente valore dei
terreni, senza la minima fatica. Pertanto, la rendita doveva essere destinata a
coloro che, lavorando sulla terra, ne avevano accresciuto il valore. Non si
trattava quindi di abolire il diritto di proprietà, ma solo di confiscare
la rendita fondiaria mediante l'istituzione di un'imposta unica sulla terra. Tra
le altre sue opere:
La nostra terra e la politica terriera (1871);
La
questione irlandese (1881);
Problemi sociali (1884);
Protezione
del libero commercio (1886);
La condizione del lavoro (1891);
Scienza dell'economia politica (postumo, 1897) (Filadelfia 1839 - New
York 1897).