Scienza che ha per oggetto la misurazione e le proprietà delle linee,
delle figure piane e dei solidi; studia, cioè, lo spazio e le figure in
esso costruite. ║
G. piana: studia le superfici piane. ║
G. solida: si occupa di corpi solidi. ║
G. descrittiva:
esegue graficamente le costruzioni geometriche, mostrando come si rappresentino
le figure su di un piano, per mezzo di proiezioni. ║
G. elementare
o
euclidea: trae il nome dagli elementi di Euclide. Comprende: un gruppo
di proporzioni fondamentali con cui si definiscono alcuni enti primitivi (punto,
retta, piano, ecc.); la relazione di perpendicolarità, uguaglianza,
parallelismo ed equivalenza; la teoria delle proporzioni; la teoria della
similitudine, ecc. ║
G. non euclidee: si ottengono dalla
g.
euclidea negando il V postulato di Euclide o delle parallele. Ne esistono
due: l'
iperbolica e l'
ellittica. ║
G. iperspaziale:
opera in uno spazio a più di tre dimensioni. ║
G. analitica:
riconduce i problemi geometrici a problemi di analisi o di algebra, con i cui
mezzi vengono risolti. ║
G. differenziale: studia gli enti
geometrici, per la cui definizione è necessaria l'introduzione del
calcolo differenziale. ● St. - Uno dei primi cultori di
g. fu
Talete di Mileto (VII-VI sec. a.C.), che si interessò di problemi di
natura pratica, come la determinazione dell'altezza delle piramidi d'Egitto. La
scuola pitagorica concepì il punto come un ente indivisibile (monade), ad
una dimensione, ne conseguì il fatto che due segmenti avevano sempre un
sottomultiplo comune, erano, cioè, commensurabili. Con la scoperta di
coppie di segmenti incommensurabili, si stabilì il concetto di punto come
ente geometrico privo di dimensione. Il III sec. a.C. vide un grande fiorire di
studiosi, quali Euclide, Archimede ed Apollonio di Perge. Si ebbe, poi, un
periodo di stasi, durante il quale la
g. fu trascurata nel mondo
occidentale, mentre fiorirono in India ed in Arabia l'aritmetica e l'algebra.
Nel 1200, Fibonacci portò in Occidente i procedimenti di calcolo degli
Indiani e degli Arabi. La ripresa degli studi matematici, in Occidente, si ebbe
nel 1500, ad opera degli italiani Tartaglia, Dal Ferro e Cardano. I nuovi
risultati di carattere algebrico, ricavati dai nuovi studi compiuti, prelusero
alla
g. analitica, fondata da Fermat e Descartes. Nel XVIII sec. si
sviluppò l'analisi infinitesimale, che trae spunto da problemi posti
dalla
g., particolarmente da quella analitica. Attraverso l'analisi
infinitesimale, Newton studiò le cubiche piane. La creazione della
g. proiettiva, che aveva avuto lontana origine in Pappo, ebbe i suoi
precursori in Desargues e Pascal (XVII sec.). Accanto a questo indirizzo, che si
limitava alla
g. proiettiva del piano e dello spazio, si ebbero
importanti sviluppi nella
g. interspaziale, ossia degli spazi a
più dimensioni. Gauss e Rieman, in particolare, si occuparono di
g. differenziale. Oltre a questi studi, si effettuarono ricerche
geometriche in una direzione nuova, non-euclidea. L'avvio a questi studi fu dato
dal Sacchetti che, nel 1733, pubblicò un'opera con l'intento di
dimostrare il postulato di Euclide sulle parallele. Egli, ragionando per
assurdo, tentò di giungere ad una contraddizione logica; stabilì,
così, i primi teoremi di
g. non-euclidea, ma la contraddizione a
cui egli giunse è dovuta ad un errore di procedimento. La trattazione
sistematica della
g. non-euclidea è dovuta a Lobacevskij e Bolyai.
L'ulteriore generalizzazione moderna della
g. analitica consiste nel
permettere alle coordinate dei punti di uno spazio di variare in sistemi
numerici più generali del campo reale o complesso. Da questo punto di
vista, le proprietà algebriche del sistema numerico si riflettono in
proprietà geometriche dello spazio costruito su di esso o viceversa. Un
altro indirizzo moderno della
g. riguarda lo studio
topologico-differenziale delle varietà differenziabili. Esso porta allo
studio moderno delle varietà algebriche e delle varietà
riemnaiane, ed alla teoria della relatività; infatti, l'universo fisico
della relatività si può considerare come una varietà
differenziale a quattro dimensioni, dotata di metrica, che descrive le
proprietà fisiche dell'universo. Fondamentale è, inoltre, l'opera
di Klein, che nel
Programma di Erlangen, al fine di stabilire un criterio
unitario per la classificazione delle
g., propone di ricorrere al
concetto di gruppo di trasformazioni, togliendo così ogni privilegio alla
g. elementare (euclidea), e favorendo lo sviluppo moderno della
g.