(dal latino
gignere: generare). Che si riferisce o che serve alla
generazione. ║
Apparato g.: l'insieme degli organi e delle
strutture adibiti alla riproduzione sessuale negli uomini e negli animali.
● Biol. - L'apparato
g. è presente in tutti i metazoi
(animali pluricellulari), ad esclusione delle spugne, in cui le cellule
germinali sono diffuse nel mesenchima. L'apparato
g. comprende
essenzialmente le
gonadi o
ghiandole g., organi in cui si formano
le cellule sessuali o gameti, e cioè l'
ovaio nella femmina e il
testicolo nel maschio, oppure si può trattare di ermafroditi, con
la presenza contemporanea sia dell'ovaio che dei testicoli. Completano poi
l'apparato
g. le
vie sessuali o
gonodotti (
ovidotto
nella femmina e
deferente nel maschio) e gli
organi di
copulazione, che hanno il compito di facilitare l'accoppiamento e sono
presenti solo nelle specie con fecondazione interna. L'apparato
g. ha
stretti rapporti con l'apparato escretore, tanto che si parla di apparato
genito-urinario. Le gonadi sporgono nel celoma, generalmente sulla parete
dorsale, ai lati del mesentere e si sviluppano da una
cresta g., che si
solleva e finisce per peduncolarsi. Il mesenchima forma nella cresta particolari
cordoni midollari circondati dall'epitelio celomatico che a sua volta
contiene le cellule germinali primordiali. In caso di prevalente sviluppo della
corteccia, si forma l'ovaio, mentre il testicolo è originato da una
prevalenza di sostanza midollare. Nella stessa regione il mesenchima dà
origine al
mesonefro, con cui si mette in relazione la gonade maschile,
attraverso il
canale di Wolff che funge da dotto spermatico. L'ovaio si
apre invece nel celoma da cui l'uovo penetra nel contiguo ovidotto. Dalla
sostanza midollare nel testicolo si originano i
tubuli seminiferi in cui
si trovano gli spermatozoi, mentre nell'ovaio si forma un'ampia tasca circondata
da una corteccia che diviene sempre più spessa e nella quale hanno
origine i
follicoli ovarici, costituiti da una cellula germinale
circondata dalle cellule follicolari con funzione di sostegno e nutritiva. Dalla
rottura dei follicoli maturi uscirà la cellula uovo. ● Anat. -
L'apparato
g. femminile è costituito da due parti principali: i
g. interni, che comprendono l'ovaio, l'utero e i suoi annessi e i
g. esterni, che comprendono la vulva e i relativi annessi. La
vagina costituisce il tratto di unione fra i
g. interni ed
esterni. Come derivazione embriologica, essa rappresenta la continuazione del
canale costituito dalle salpingi e dall'utero, mentre come posizione anatomica e
struttura è più vicina ai
g. esterni. Dell'apparato
g. femminile fanno parte anche le mammelle le quali, benché
topograficamente lontane, hanno con esso strette relazioni funzionali. Le
ovaie rappresentano gli organi primari dell'apparato
g.; le
salpingi, l'utero, la vagina e le mammelle, invece, costituiscono gli organi
secondari. Le ovaie sono due, una a destra e una a sinistra, e costituiscono le
ghiandole sessuali femminili, destinate essenzialmente alla funzione
riproduttiva mediante la produzione degli
ovuli. L'ovaio della donna in
piena maturità sessuale ha la forma di una mandorla con l'asse maggiore
lungo circa 3 cm. È situato nel bacino, sulle pareti laterali dello scavo
pelvico dove è sostenuto da legamenti, eccetto che nel suo margine
posteriore che è quindi libero, così da consentire a questa
ghiandola una notevole mobilità. Il centro dell'ovaio è costituito
da una sostanza midollare, costituita di tessuto connettivo e vasi sanguigni. A
livello periferico invece presenta una zona corticale, formata anch'essa di
tessuto connettivo, contenente i
follicoli. Essi sono minuscole
vescichette nelle quali si trovano gli ovuli immaturi: un ovulo per ogni
follicolo. Non tutti i follicoli maturano (infatti ne arriva a maturazione
completa solo uno al mese), bensì molti restano allo stadio iniziale o
intermedio di evoluzione ed alcuni si atrofizzano, prendendo il nome di
follicoli atresici. Dalle cellule che restano dopo lo scoppio del
follicolo maturo si forma il nuovo elemento ghiandolare, ovvero il
corpo
luteo. Si tratta di una ghiandola endocrina propria della gravidanza.
L'insieme dei follicoli atresici forma un tessuto ghiandolare diffuso
nell'ovaio, simile al tessuto interstiziale dei testicoli e come questo
destinato a una funzione endocrina. Gli ormoni sessuali femminili sono
rappresentati dalla
follicolina, prodotta dai follicoli, e dal
progesterone, elaborato dal corpo luteo. Le
salpingi (dette anche
tube od
ovidotti o
trombe di Falloppio) sono due canali
sottili destinati ad accogliere l'ovulo prodotto dall'ovaio e a convogliarlo
nella cavità uterina. La parete della salpinge è sottile e
costituita da tre tuniche: una esterna sierosa, il peritoneo; una media
muscolare, costituita da cellule muscolari lisce; una interna, mucosa, ricca di
pieghe e rivestita da cellule epiteliali con ciglia vibratili animate da un
movimento diretto dal padiglione verso l'utero. L'
utero è un
organo cavo, con pareti muscolari molto spesse, destinato ad accogliere l'ovulo
fecondato, a proteggerne lo sviluppo per tutta l'epoca della gravidanza e ad
espellere al termine di essa il feto. Situato profondamente nel bacino, tra la
vescica urinaria anteriormente e l'intestino retto posteriormente, l'utero ha la
forma di una pera leggermente appiattita e capovolta, con l'apice che si
inserisce nella vagina. L'utero è lungo 6-7 cm; il fondo presenta due
angoli dai quali partono le salpingi. Nel collo, sul quale si inserisce la
vagina, si distinguono due parti: quella superiore è la porzione
sopravaginale, mentre quella inferiore si chiama
cervice. La
cavità uterina è anch'essa distinta in due porzioni: il
corpo, liscio, regolare, di forma triangolare con lo sbocco delle
salpingi negli angoli superiori e il collo, più sottile, quasi
cilindrico, chiamato
canale cervicale. L'utero è costituito da tre
tessuti diversi: la tonaca esterna sierosa, formata dal peritoneo di
rivestimento, cioè dal peritoneo pelvico; al di sotto vi è la
tonaca muscolare detta
miometrio, di rilevante spessore; sotto il
miometrio vi è la mucosa uterina o
endometrio, rivestita di celle
epiteliali che avvolgono anche numerose ghiandole di tipo tubolare. Una
particolare caratteristica di questa mucosa è il suo rinnovarsi in
concomitanza di ogni mestruazione. L'utero è mobile e viene mantenuto in
sede da un sistema di legamenti. La
vagina è un canale
muscolo-membranoso lungo 6-7 cm. Ha la funzione di accogliere il pene durante il
rapporto sessuale, di permettere la fuoriuscita del sangue mestruale e, al
momento del parto, di formare con l'utero il canale attraverso il quale
passerà il feto. Nello stato di riposo, le pareti vaginali sono in
contatto tra loro. All'estremità inferiore la vagina si apre nella
vulva con l'orifizio vaginale, che può essere più o meno
ampio in relazione alla verginità o meno della donna o a suoi eventuali
parti naturali. La vagina ha forma ellittica ed è costituita da due
muscoli costrittori disposti ad anello, la cui contrazione può impedire
il rapporto sessuale oppure migliorarlo. La vulva, che rappresenta l'insieme dei
g. femminili esterni, è un'apertura verticale costituita da parti
diverse. Anteriormente ad essa vi è il
monte di Venere, una
sporgenza arrotondata posta davanti alla sinfisi pubica, l'unione delle due ossa
del pube. Il monte di Venere si prolunga in basso confondendosi con le
grandi
labbra in cui si trovano due ghiandole, una per lato, dette
ghiandole del
Bartolini. Esse sono tubo-acinose, secernono un liquido mucoso e il loro
condotto escretore si apre ai lati dell'orifizio vaginale. All'interno delle
grandi labbra si trovano le
piccole labbra, due altre ripiegature
cutanee, più piccole delle precedenti, che si confondono in basso nello
spessore delle grandi labbra e si uniscono in alto formando il cappuccio del
clitoride. Questo è un piccolo organo analogo al pene maschile,
costituito da tessuto spugnoso erettile, situato anteriormente, poco sotto il
monte di Venere. Il clitoride rappresenta il primo centro della
sensibilità sessuale femminile. Al disotto del vestibolo si apre la
vagina che, nella donna vergine, è parzialmente chiusa da una
sottile membrana, priva di significato funzionale, chiamata
imene. Di
solito, l'imene in parte si lacera fisiologicamente nel corso del primo rapporto
sessuale (
deflorazione). In alcuni casi l'imene può essere
particolarmente elastico, consentendo così il rapporto senza
deflorazione. L'imene si lacera completamente al momento del primo parto e i
piccoli lembi che ne risultano si chiamano
caruncole mirtiformi.
L'apparato
g. femminile è provvisto di una ricca rete sanguigna.
L'arteria più importante è quella uterina che si stacca
dall'arteria ipogastrica o iliaca interna (ramo dell'aorta addominale) per
raggiungere il margine dell'utero, a livello della porzione sopra-vaginale del
collo. Qui emette un ramo orizzontale (ramo cervicale), poi si flette in alto
risalendo il corpo dell'utero lungo il suo margine esterno e, dopo aver dato
origine a numerosi rami orizzontali paralleli per la nutrizione delle pareti
uterine, si incontra e si unisce con l'arteria utero-ovarica. Da questa arteria
si dipartono anche i rami preposti all'irrorazione dell'ovaio, della salpinge e
del fondo dell'utero. Le vene decorrono lungo le arterie formando ricche reti
chiamate
plessi e si raccolgono lungo i vasi più grossi che hanno
nome e decorso analogo a quello delle arterie. ║ L'apparato
g.
maschile si compone di organi primari e di organi secondari. Gli organi primari
sono i testicoli che producono gli spermatozoi e l'ormone sessuale maschile, il
testosterone. Gli organi secondari sono le vie spermatiche che accolgono
gli spermatozoi, secernono il liquido per il loro trasporto e li trasmettono
all'apparato
g. femminile. I due
testicoli, destro e sinistro,
costituiscono un organo ghiandolare doppio e hanno forma ovale; il loro volume
corrisponde a quello di una noce e sono contenuti nella parte inferiore dello
scroto. Questo ha la proprietà di contrarsi o di rilassarsi a seconda
dell'età e dello stato fisico dell'individuo, contribuendo
all'innalzamento o all'abbassamento dei testicoli stessi. Il testicolo sinistro
risulta sempre un po' più abbassato rispetto al destro. Nel bambino e nel
ragazzo essi sono molto più alti che nell'adulto, e tendono a salire
ulteriormente sotto l'azione di stimoli fisici (per esempio il freddo) o
psichici (come la paura). Anche nell'adulto l'ascesa dei testicoli si verifica
spesso per le stesse cause, oltre che nel corso del rapporto sessuale. I nove
decimi dei testicoli sono formati da circa 200 compartimenti detti
lobuli, ciascuno dei quali contiene 2-3
tubuli seminiferi.
All'interno di ciascun tubulo avviene la spermatogenesi. Appena liberi, gli
spermatozoi entrano nelle vie spermatiche, avviandosi nei
dotti deferenti
che li conducono a un canale collettore, l'
epididimo, raggomitolato
più volte su se stesso all'estremità superiore di ogni testicolo.
Dall'epididimo gli spermatozoi passano nel
canale deferente, che dallo
scroto sale nell'addome, circonda la vescica e ne raggiunge la base posteriore
espandendosi in forma di ampolla: è questa la
vescicola seminale,
la quale secerne un liquido che rende più fluida la densa secrezione
testicolare, mantenendo gli spermatozoi vivi e assai mobili. Un'ulteriore e
più intensa fluidificazione è fornita dalla
prostata, una
ghiandola a forma di grossa castagna situata sotto la vescica, davanti
all'intestino retto, e collegata con l'uretra posteriore per mezzo di condotti
escretori. La fluidificazione finale proviene dalle due ghiandole
bulbo
uretrali (ghiandole di Cowper) situate di fianco all'uretra posteriore. Lo
sperma è dunque una sostanza contenente cellule mobili, gli spermatozoi,
che si muovono in un liquido formato dalla mescolanza di secrezioni testicolari,
vescicolari e soprattutto prostatiche. Le suddette vie spermatiche e le
ghiandole sono collegate con altri due condotti che si uniscono nell'uretra, la
quale si prolunga attraverso il
pene, l'organo che trasmette direttamente
gli spermatozoi dal maschio alla femmina. In esso si distinguono tre parti: il
corpo di forma cilindroide, che termina con un'estremità più o
meno rilevata e conica, il
glande, ricoperto in parte dal
prepuzio, un cappuccio di pelle floscia, prolungamento di quella che
riveste il corpo e che scorre lungo quest'ultimo. Il prepuzio, che ha il compito
di proteggere il glande, è retraibile per consentire l'atto sessuale. Il
glande è ricoperto da una mucosa molto sottile e particolarmente ricca di
terminazioni nervose. All'estremità anteriore del glande è situato
l'orifizio (
meato) che permette la fuoriuscita sia dello sperma sia
dell'urina. Alla sua base inferiore è posta una sottile membrana, il
frenulo, connessa con il corpo del pene. Questo, oltre al rivestimento
cutaneo, è costituito dai
corpi cavernosi. Il riempimento
sanguigno dei corpi cavernosi e del corpo spugnoso provoca l'
erezione,
ossia un aumento di volume e di consistenza che permette al pene di irrigidirsi,
di assumere una posizione orizzontale e quindi di penetrare nella vagina. I
tessuti cavernosi e spugnosi del pene hanno dunque una funzione erettile. I
g. maschili ricevono un'abbondante irrorazione sanguigna. Quando il pene
è a riposo, il sangue non penetra nei suoi tessuti cavernosi e spugnosi,
dal momento che le
arterie pudende (che derivano dalle arterie femorali)
ad essi collegate si trovano in stato di
vasocostrizione passiva. Gli
organi
g. sono ricchi non solo di vasi sanguigni, ma anche di nervi
sensitivi, motori e secretori. Particolare importanza riveste il
plesso
ipogastrico che racchiude fibre del sistema nervoso autonomo provenienti in
parte dal midollo spinale lombare (fibre del simpatico) e in parte dal midollo
spinale dell'osso sacro (fibre del parasimpatico). Un'innervazione maggiormente
diretta è quella che ha origine dal midollo del sacro come derivazione
dei nervi terminali interni, i quali a loro volta raggiungono il midollo spinale
per mezzo di fibre particolarmente sensibili.
L'apparato genitale femminile
L'apparato genitale maschile
Irrorazione sanguigna del pene