Scrittore francese. Figlio di genitori ignoti, trascorse l'infanzia in un
riformatorio, dal quale fuggì per arruolarsi nella Legione Straniera.
Dopo aver disertato, venne arrestato e poté riconquistare la
libertà grazie all'intervento di alcuni scrittori di fama, tra i quali
Cocteau e Sartre. Quest'ultimo, grande ammiratore di
G., scrisse nel 1951
il saggio
San Genet, attore e martire come prefazione alle
Opere
complete, pubblicate tra il 1951 e il 1953. Nemico dichiarato della
società contemporanea, di cui non accettò mai i valori morali e le
convenzioni, anticonformista nella vita e nell'arte,
G. offrì il
meglio di se stesso nella produzione teatrale.
Le cameriere (1947),
Alta sorveglianza (1949),
I paraventi (1951),
Il balcone
(1957),
I negri, testi innovatori, giudicati scandalosi dalla critica
ufficiale, elevano a livello artistico una materia tratta dall'esperienza
diretta dello scrittore, costantemente ai margini della società, e
realizzano una forma di teatro poetico. Tra le altre opere di
G. vanno
ricordate, nel campo della prosa, i romanzi
Il miracolo della rosa
(1946),
Nostra signora dei fiori (1948),
Pompe funebri (1948) e
nel campo della poesia
Canti segreti (1945),
Il condannato a morte
(1951) e
Un canto d'amore (1951). Nel 1983 gli venne assegnato il Gran
premio nazionale delle Lettere (Parigi 1910-1986).