Finanziere e uomo d'affari italiano. Capo e cosiddetto "Maestro venerabile"
della loggia massonica eversiva Propaganda 2, ovvero P2, organizzazione segreta formata
da militari, forze di polizia, agenti dei servizi segreti, politici e
finanzieri. Coinvolto in un clamoroso scandalo nel 1981, fuggì in Uruguay. Sul
suo capo pesava l'accusa di bancarotta fraudolenta e tentata estorsione ai danni
del banchiere Calvi; a lui si attribuiva infatti il disavanzo di 136 milioni di
dollari mancanti nelle casse dell'istituto di credito milanese Banco Ambrosiano,
retto da Calvi, suo compagno d'avventura poi ucciso a Londra. Nel 1982
G. venne
arrestato e, pur negando ogni accusa a lui attribuita, si dichiarò disponibile
a indennizzare il Banco Ambrosiano per il tracollo finanziario subito; tuttavia
nel 1983 evadeva da un carcere di Ginevra, dove era detenuto. Dopo quattro anni
di latitanza nel 1987 si riconsegnò alle autorità elvetiche, che lo
riarrestavano. Estradato dalla Svizzera solo per il reato di bancarotta
fraudolenta, il 17 febbraio 1988 rientrava in Italia, agli arresti domiciliari
nella sua villa di Arezzo. Nel 1994 venne condannato a 6 anni di reclusione nel
processo sul crack del Banco Ambrosiano (n. Arezzo 1919).