Africano di nascita, fu eletto papa il 1° marzo 492, quale successore di
Felice III. Combatté con energia contro gli ultimi residui di paganesimo
e di pelagianesimo, e disperse i nuclei manichei ancora esistenti a Roma.
Mantenne buoni rapporti con l'imperatore Teodorico e con gli imperatori
d'Oriente. A lui si deve l'enunciazione della cosiddetta "dottrina delle due
spade" o "delle due autorità", secondo cui gli interessi spirituali e la
salvezza eterna dovevano essere affidati alla Chiesa e formare l'oggetto
precipuo dell'insegnamento affidatole; mentre gli interessi temporali o secolari
e il mantenimento della pace, dell'ordine e della giustizia, dovevano essere
affidati al governo civile. Secondo la dottrina gelasiana, tra i due ordini,
quello del clero e quello dei funzionari civili, dovrebbe prevalere uno spirito
di mutua assistenza. Questa dottrina costituì la tradizione del primo
Medioevo e ad essa si appoggiarono entrambe le parti quando la rivalità
tra il papa e l'imperatore portò a controversie circa l'ambito di
competenza dello spirituale e del temporale. Tra i suoi trattati,
particolarmente importante è il
De duabus naturis in Christo. Gli
è inoltre attribuito un libro liturgico
Sacramentarium. Contro il
ripristino dei
lupercalia scrisse un
Liber apologeticus (m. Roma
496).