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Gauguin, Paul.

Pittore francese. Il padre Clovis, del quale Paul rimase orfano in giovane età, era giornalista. La madre, Aline-Marie Chazal, francese di nazionalità, era di origine peruviana e un suo zio era stato viceré del Perù. Presso di lui G. trascorse gli anni della prima infanzia. Dopo una permanenza di quattro anni a Lima, i G. tornarono in Francia, a Orléans, dove il giovane Paul compì gli studi liceali. Fin da allora la vita di mare esercitò su di lui una fortissima attrattiva. Cosicché la madre, vista la scarsa attitudine di Paul alla vita scolastica e ad una carriera disciplinata, lasciò che il giovane si imbarcasse su un mercantile. Nel 1871, però, decise improvvisamente di abbandonare la navigazione e trovò un posto come agente di cambio. Nel 1873 sposò Sophie Gad, appartenente ad una famiglia della buona società di Copenaghen. Tra il 1871 e il 1874 incominciò a manifestarsi il suo interesse per la pittura. Fu tra i primi ad acquistare opere degli impressionisti e nello stesso periodo incominciò a dipingere. Nel 1876 un suo paesaggio di impostazione tradizionale venne accettato al Salon de Paris. Prese a frequentare il Café Guerbois a Montmartre, luogo di ritrovo degli impressionisti e degli artisti d'avanguardia dell'epoca e conobbe Pissarro, Seurat, Cézanne, Degas, Guillaumin. Nel 1880 e nel 1881 partecipò alle mostre degli impressionisti. Nel 1883 si ritirò dagli affari, trasferendosi con la famiglia in Normandia, nel villaggio di Rouen. Successivamente soggiornò a Copenaghen. Ma l'ambiente retrivo e piccolo borghese della capitale danese divenne presto motivo di insofferenza: abbandonò la moglie e tornò a Parigi con il primogenito Clovis. Ridotto in miseria e angosciato dalle cattive condizioni di salute del figlio si adeguò a lavori di qualsiasi genere. In seguito, per tutta la primavera e l'estate del 1886, visse in Bretagna, nella località di Pont-Aven con la piccola comunità di artisti che si era insediata nel villaggio bretone. A questo periodo appartengono le sue prime formulazioni teoriche: la pittura deve rendere la sensazione in modo immediato, con linee e colori che ne traducano, senza esitazioni, l'intensità e la forza di suggestione. Nell'inverno dello stesso anno, di ritorno a Parigi, conobbe Van Gogh, tramite il fratello di lui, Theo. Ma, nuovamente angustiato da difficoltà economiche, decise di lasciare la Francia e di partire con l'amico pittore Charles Laval per Panama e la Martinica (1887). Il breve soggiorno in quelle terre gli offrì l'occasione per definire il suo divorzio dai moduli dell'Impressionismo. Tornato in Bretagna, a Pont-Aven, nell'estate del 1888 dipinse uno dei suoi quadri più famosi: La visione dell'angelo dopo la predica. Tra il 1888 e il 1889 visse tra la Provenza (ad Arles, ospite di Van Gogh, che avrebbe voluto dare vita con lui ad una grande scuola pittorica provenzale) e la Bretagna (Le Poldu e Pont-Aven). La teoria del cloisonnisme e del sintetismo furono il frutto di questi soggiorni di meditazione e di continuo ripensamento sulle possibilità di rinnovamento dell'arte moderna. Con l'amico Emile Bernard, nell'ambito della scuola di Pont-Aven, teorizzò la "scansione di superfici piane, raccordate tra di loro, toni puri arbitrariamente accostati, arabeschi semplificati... Le composizioni non devono avere nulla di illusorio: né ombre, né modellato, né linea di orizzonte, ma si fondano sulla tensione dei contorni, che rinserrano i colori su superfici disposte a zone". Intanto nasceva il suo interesse per i paesi tropicali. Nella capitale francese frequentò l'ambiente simbolista che si riuniva intorno a Paul Verlaine al Café Voltaire e divenne amico di Mallarmé. Nell'aprile del 1891, anche per l'aiuto degli amici simbolisti, che gli avevano organizzato una mostra di grande successo, salpò per Tahiti e vi soggiornò due anni, legandosi sempre più profondamente alla cultura di quelle popolazioni organizzate tribalmente. In un periodo nel quale le potenze europee trovavano il naturale sbocco per la propria espansione economica e commerciale nella politica colonialistica, l'azione di G. assunse il valore esemplare di rifiuto di tutta una civiltà. Trasferendosi nelle terre dei Tropici intese dimenticare il bagaglio di tradizioni, di valori, di modelli di pensiero, di idee accumulatisi storicamente in Europa, per farsi "colonizzare" da quello primitivo delle popolazioni tahitiane, come emerge chiaramente dagli scritti e dalle lettere del pittore relativi a quella esperienza (Noa-Noa, diario dal 1891 al 1903). Dal punto di vista artistico, il soggiorno ai Tropici lo condusse ad alcune soluzioni espressive assolutamente inedite. Alla fine del 1891, tormentato dal problema economico e dalla salute sempre più incerta, decise di tornare in Europa. Grazie all'eredità lasciatagli da uno zio affittò un atélier a Parigi ed organizzò una grande esposizione presso il mercante Durand Ruel, nella quale vennero presentate anche le tele dipinte a Tahiti: Sotto i Pandani, La casa dei Maori, Quando ti sposi. Il suo atélier divenne uno dei più importanti centri di incontro della capitale. Nel 1895 lasciò definitivamente la Francia per stabilirsi dapprima a Tahiti e poi alle isole Marchesi. In questi anni creò le sue opere più significative: Di dove veniamo? Dove andiamo? Chi siamo?; Nevermore; Racconti barbari, e fondò il giornale "Le sourire, journal méchant", che illustrò con stupende incisioni. L'influenza di G. sull'evoluzione dell'arte moderna è di portata eccezionale. Il gruppo dei Nabis (P. Bonnard, M. Denis, E. Vuillard, P. Sérusier, ecc.) si rifece a Degas e subì l'influenza delle stilizzazioni giapponesi, ma soprattutto affondò le sue radici nell'arte di Gauguin. I pittori fauves (Matisse, Derain, ecc.) assunsero integralmente la sua lezione: colori puri, stesi a zone piatte, che sostituiscono il colore originario del soggetto rappresentato con l'unica tonalità equivalente, al massimo dell'intensità cromatica. Munch, Toulouse-Lautrec, l'Espressionismo tedesco, Braque, Modigliani, studiarono le sue tele. Eppure, durante la vita, la sua opera non ricevette adeguata comprensione. Osteggiato dal pubblico e dai critici più influenti, persino da alcuni artisti (è nota la valutazione profondamente negativa di Cézanne) fu compreso solo tre anni dopo la morte, quando nel 1906 gli venne dedicata una grandiosa retrospettiva al Salon d'Automne. Oltre alle opere sopra nominate, citiamo: Girasoli; Autoritratto; Cavallo tra gli alberi; Te poi-poi; Parole sussurrate; La bella Angela; Te Tamari No Atua; Donne di Tahiti; Lo spirito dei morti veglia; Il mercato; Donne tahitiane con mango (Parigi 1848 - Atuona, Hiva Oa, isole Marchesi 1903).
Paul Gauguin: “Autoritratto”