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Gaudenti, Frati.

Ordine religioso-militare fondato a Parma nel 1233 dal domenicano Bartolomeo da Vicenza con la denominazione ufficiale di Ordine dei frati cavalieri della Beata Vergine Maria Gloriosa. La finalità principale di questo ordine era quella di procurare pace e tranquillità nelle città d'Italia, lacerate in quel tempo da lotte intestine tra le fazioni guelfe e ghibelline: per questo i cavalieri si impegnavano a combattere con le armi contro tutti coloro che violassero la quiete pubblica e la giustizia, difendendo soprattutto le vedove e gli orfani. I cavalieri avevano il solo dovere di obbedienza verso i superiori mentre, per quanto riguardava la loro vita privata, potevano sposarsi e vivere liberi nelle proprie città godendo dei beni personali. Vestivano abito bianco, mantello grigio con una croce rossa. L'ordine, a cui potevano aderire solo gentiluomini, fu riconosciuto il 23 dicembre 1261 da Urbano IV con la bolla Sol ille verus e ben presto dispose di copiose commende, in special modo a Bologna, Mantova, Modena e Treviso. A causa dei loro privilegi ed influenze politiche, i cavalieri furono chiamati in senso dispregiativo dagli avversari fratres o milites gaudentes. A questo ordine appartennero Napoleone Catalani e Loderingo degli Andalò, che sono ricordati da Dante nell'Inferno (XXIII, 103-105) come ipocriti. Vi appartennero pure Guittone d'Arezzo e un certo frate Alberigo, anch'esso ricordato da Dante nell'Inferno (XXXIII, 118). L'ordine fu soppresso nel 1586 da Sisto V.