Stats Tweet

Gatto.

Zool. - Felino domestico diffuso in tutto il mondo. Le sue origini sono ancora assai incerte; le prime ipotesi lo fanno discendere dai g. selvatici europei; esse però non appaiono molto giustificate, soprattutto perché i g. selvatici furono abbondantemente presenti in tutta l'Europa centro-meridionale, mentre l'introduzione del g. domestico in tali regioni sembra si debba far risalire al X sec. soltanto. Per contro, ipotesi assai più probabile al riguardo è quella che pone le origini del g. in una specie africana, Felis lybica, i cui caratteri sembrano rispondere quasi perfettamente a quelli dell'attuale g. domestico. Con ogni probabilità infatti le forme domestiche apparvero in Egitto, dove i g. furono tenuti in altissima considerazione e oggetto di cure e perfino di venerazione. Dall'Egitto il g. domestico passò invece probabilmente nel vicino Oriente, dove, presso le popolazioni maomettane, trovò in seguito altrettanto favore, tanto che la tradizione raffigura lo stesso Profeta in atto di tagliare il lembo del suo mantello su cui si era addormentato il g. Muezza, evitando in tal modo di doverlo disturbare. Grande favore incontrarono i g. nell'Europa settentrionale, dove furono addirittura emanate leggi speciali per la loro protezione. ║ Caratteristiche morfologiche e anatomiche: il primo carattere riscontrabile nel g., a qualsiasi razza esso appartenga, è l'armonia tra forma e dimensione del corpo. La testa arrotondata e con la fronte leggermente convessa, è sostenuta da un collo breve compresso, snello e flessuoso. Gli arti sono brevi e relativamente forti, il piede è piccolo e arrotondato, armato di potenti artigli retrattili. La coda è più o meno lunga a seconda delle razze e va gradatamente assottigliandosi verso l'apice. Le dimensioni dell'animale oscillano in media tra i 40 e i 50 cm di lunghezza, cui devono aggiungersi i 30-35 cm della coda; l'altezza alla spalla raggiunge circa i 30 cm. La conformazione anatomica non differisce da quella degli altri felidi, particolarmente del genere Felis: il cranio è rotondo e leggermente allungato verso l'avanti. Piccole e mobili sono le labbra, di cui quello superiore è ornato di fibrisse, e la lingua è munita di papille carnose. Anche la dentatura non differisce da quella dei felidi, essendo, quella di latte composta di 26 denti e quella definitiva di 30. Il bacino, assai esteso in avanti e all'indietro è, per contro, piuttosto stretto; gli arti anteriori portano cinque dita, quelli posteriori quattro, tutte armate di unghie retrattili. Lo stomaco è piriforme, mentre l'intestino non supera la lunghezza totale di 2 m. Nelle femmine le mammelle sono in numero di sei o otto, in posizione pettorale, addominale e inguinale. Fra i sensi del g. primeggiano l'udito, la vista e il tatto, mentre minore sviluppo assume l'olfatto e pressoché inesistente è il gusto. Il mantello può essere a pelo corto e liscio, oppure a pelo lungo e la sua colorazione può dirsi che vari da individuo a individuo. In linea di massima due sono le classificazioni più note: la prima, detta "dei naturalisti", suddivide gli animali in base alle diverse caratteristiche anatomiche, nonché in base a un criterio di diffusione geografica, nei confronti delle forme esotiche; la seconda, quella "delle razze riconosciute", in vigore negli allevamenti e nelle esposizioni, appare la più coordinata e unificata. In un certo senso, queste due classificazioni si integrano a vicenda, e si ritiene quindi utile, in questa sede citarle ambedue con le rispettive descrizioni, anche se, e per forza di cose, non si può evitare di incorrere in qualche ripetizione. La prima delle classificazioni citate è forse la più nota, poiché annovera nomi conosciuti in genere dal pubblico e può raggrupparsi nello schema seguente:

Sezione I - Razza a coda normale
Categoria I - Razze a orecchie piccole e diritte
a) Razza comune con sottorazze,
b) Razza nera o di Gambia,
c) Razza dei Certosini,
d) Razza d'Angora
Categoria II - Razza a orecchie cadenti
a) razza cinese

Sezione II - Razza a coda corta
a) Razza malese, o del Siam

Sezione III - Razza anura, o senza coda
a) Razza di Man

Fra le razze a coda normale e a orecchie piccole e diritte, abbiamo la razza comune, quella che più si avvicina al g. selvatico e il cui mantello è composto di pelo corto, con molteplici variazioni nei colori, due nel maschio e tre nella femmina. Le tinte non sono mai ereditarie. La razza nera o di Gambia ha la pelle nera e rugosa, con pelame corto e grigio azzurro, orecchie nude e corpo breve, su arti assai lunghi, di cui i posteriori leggermente più alti e la sua unica sottorazza è il g. abissino, discendente forse da un Felis cafra, dal manto abbondantemente striato. La razza di Chartreuse o dei Certosini presenta individui di grossa mole, a pelo lungo, morbido e lanoso, grigio-argenteo uniforme, con coda lunga e tenuta ripiegata sul dorso. La razza d'Angora viene stabilita dai naturalisti ma non compresa nelle razze ufficiali, dove è sostituita col g. persiano. La sua mole è imponente, il mantello è costituito di peli fini e morbidi come la seta, dal colore uniforme, per lo più bianco, a volte giallastro, grigiastro o fulvo pallido. Suo paese d'origine è l'Anatolia. Alla seconda categoria, quella delle razze con orecchie cadenti, appartiene soltanto la razza Cinese, caratterizzata appunto dalle orecchie cadenti e allevata soprattutto in Manciuria, dove si usa sottoporne gli individui all'ingrasso per cibarsene. Alla seconda sezione delle razze a coda corta appartiene la razza malese o del Siam, rarissima, di taglia piccola e a coda breve, con pelo corto e liscio, color isabella sul dorso e nero sul capo, sulla coda e sulle zampe, di cui si ritrovano ancora, nelle foreste thailandesi, esemplari allo stato selvatico. Alla sezione delle razze anure appartiene la razza di Man, originaria del Giappone e della Cina, caratterizzata dalla rudimentale struttura della coda ridotta a un moncherino, dall'eccezionale sviluppo degli arti posteriori e dal mantello unicolore, nero; bianco o tigrato. La classificazione delle razze riconosciute, presentata nel seguente schema è quella stabilita dalla Società Felina Italiana, che negli altri paesi subisce alcuni mutamenti.
Sottospecie a pelo lungo (ipertrica)

I - Razza persiana:
a) sottorazza unicolore:
1) varietà nera 2) varietà bianca 3) varietà azzurra 4) varietà arancio 5) varietà crema
b) sottorazza pluricolore:
1) varietà cincillà 2) varietà color fumo 3) varietà azzurro crema 4) varietà a squame di tartaruga 5) varietà spagnola
c) sottorazze a disegno:
1) varietà tigrata 2) varietà marmorizzata
II - Razza boreale
III - Razza birmana

Sottospecie a pelo corto

I - Razza boreale
II - Razza tigrata - 1) varietà grigia 2) varietà azzurra 3) varietà rossa
III - Razza snella (egiziana) - Tutti i colori, escluso il marmorizzato
IV - Razza certosina - 1) varietà azzurro-acciaio 2) varietà azzurro argento, a coda normale, a coda deforme (riconosciuta provvisoriamente)
V - Razza abissina.

Dopo il g. domestico esaminiamo ora le caratteristiche del g. selvatico. Il g. selvatico fulvo è un elegante animale dal corpo agile e slanciato, che misura circa 75 cm di lunghezza, ivi compresi i 25 cm spettanti alla coda. La folta pelliccia ha tonalità di fondo fulva, oppure grigio-fulva, sulle parti superiori del corpo, e biancastra su quelle inferiori. Otto strisce longitudinali nerastre percorrono la testa e la regione antero-superiore del collo, mentre strisce mai delimitate, di colore scuro segnano trasversalmente il dorso, ed altre più nitide, attraversano gli arti. La coda è caratterizzata dall'alternanza di anelli di colore fulvo, o fulvo-grigiastro, con altri di tinta nera, e dal colore nero della sua sezione terminale. Assai simile a questo felino è il g. selvatico sardo, specie che si differenzia però dal fulvo per la colorazione della pelliccia, caratterizzata da macchie tondeggianti, per la maggiore lunghezza della coda, ornata da cinque anelli nerastri oltre a quello apicale, e per la presenza, sulla sommità delle orecchie appuntite, di un ciuffetto di peli. In Europa ha tuttora una diffusione piuttosto ampia il comune g. selvatico, un animale di dimensioni maggiori del g. domestico. L'aspetto d'insieme di questo felino dà un'impressione di robustezza e di straordinaria agilità, per la massiccia compressione della testa, del collo e del corpo, come pure per la forte struttura delle zampe. Alto alla spalla fino a 45 cm e pesante circa 8 kg, il g. selvatico europeo ha una pelliccia più folta di quella dei g. domestici ed un maggior numero di fibrisse attorno al muso. Sulla colorazione di fondo del pelame, che è grigio-fulvo o grigio-nerastro, si notano quattro fasce nere, che, partendo dalla fronte, si dirigono all'indietro: le due esterne si arrestano subito dopo la regione dell'orecchio, quelle interne invece si fondono nella regione occipitale e percorrono poi unite tutta la linea vertebrale e la faccia superiore della coda. Fra i numerosi g. selvatici asiatici, uno se ne distingue per la sua colorazione, che vagamente ricorda quella del Leopardo nebuloso: si tratta del g. marmorato (Felis marmorata), un animale che raggiunge il metro di lunghezza, compresi i 50 cm spettanti alla coda. Assai simile ai felini domestici appare invece il g. di Temmink, complessivamente lungo fino a 1,20 m e provvisto di una bellissima pelliccia di colore bruno-castano chiaro. Il g. ornato, o g. del deserto indiano ha dimensioni maggiori di quelle dei g. comuni, raggiungendo in media una novantina di centimetri di lunghezza, dei quali circa un terzo appartiene alla coda. Esso possiede una pelliccia di colore giallastro, più o meno tendente al grigiastro, cosparsa di numerose macchie scure. Il mento, la gola e il petto sono bianchi e privi di qualsiasi macchia. Nel Bengala vive un g. selvatico di taglia leggermente inferiore a quella del g. domestico conosciuto coi nomi di g. del Bengala e di g. Leopardo. I g. selvatici sono presenti anche nel Continente americano con forme assai interessanti, fra le quali emergono il g. di monte, quello delle pampas e il g. tigre. Il primo di essi (Felis geoffroyi) noto agli indigeni col nome di Maracayà, presenta una struttura piuttosto robusta, raggiungendo una lunghezza di circa 1 m. Il fitto pelame è colorato di grigiastro, talvolta tendente al rossiccio, e cosparso di macchie allungate e nere, ordinate in tante strisce oblique; sulla testa sono presenti cinque strette fasce longitudinali, di colore nero. Il g. delle Pampas è un grosso felino, che misura talvolta 1,30 m di lunghezza, compresi i 30 cm competenti alla coda, e che raggiunge spesso alla spalla un'altezza di circa 30 cm. In Brasile, si suole indicare con il nome di Maracayà pintado un felide selvatico, noto agli studiosi col nome scientifico di Felis tigrina. Si tratta del g. tigre, un animale agile ed elegante, lungo circa 1 m compresi i 40 cm della coda, lunga e slanciata. La sua pelliccia, soffice e rasa e dalla tonalità di fondo giallo-rossiccia, è assai vistosa, per la presenza di larghe macchie ovali scure, del diametro, talvolta, anche di circa 5 cm circondate da una larga fascia nera e ordinate in file longitudinali. I g. selvatici, come tutti i felidi agilissimi nel saltare e nell'arrampicarsi, sono animali tipicamente predatori, che cacciano sempre all'agguato, a causa della loro scarsa resistenza alla corsa, velocissima, ma di breve durata. Essi posseggono muscoli particolarmente adatti allo scatto e di ciò si avvalgono per piombare come fulmini sulla preda, cui viene quindi tolta ogni possibilità di scampo con la fuga. Alcune specie abitano zone a scarsa vegetazione o addirittura subdesertiche, mentre altre prediligono le foreste e le giungle, in cui talune conducono vita prevalentemente terricola, e altre, invece, arboricola. Similmente, alcuni g. selvatici hanno abitudini prettamente notturne ed altri diurne, così come determinate specie si nutrono esclusivamente di roditori e altri integrano la normale dieta con altri mammiferi, oppure con uccelli e perfino con insetti e rettili. In Italia il g. selvatico è divenuto piuttosto raro, ma è ancora possibile ritrovarlo nelle Alpi Marittime e in Val d'Ossola, fino ad altitudini di 1.500-1.800 m come anche nella Maremma e in varie zone dell'Appennino, specialmente in quello calabrese. Sembra che questo tipico abitatore delle foreste - particolarmente in quelle di conifere - non ami fissare la propria dimora in una regione definita, ma che, al contrario, erri continuamente attraverso i boschi, isolato o in coppie, soffermandosi più a lungo in qualche sito assai accidentato e ben nascosto nel folto della vegetazione.
Gatto abissino

Gatto europeo grigio

Gatto egiziano

Gatto persiano tigrato