Termine tibetano riservato agli alti funzionari di Stato che, nelle funzioni
ufficiali, rivestivano il quarto grado di nobiltà. Al
g. erano
sottoposti cinque distretti a loro volta amministrati da nobili del quinto,
sesto e settimo rango. Tutti i nobili del Tibet erano suddivisi in sette classi,
la prima delle quali era occupata dal solo Dalai Lama. Tutti i dignitari
portavano i capelli pettinati all'insù mentre i monaci avevano la testa
rapata e i semplici cittadini i capelli annodati in lunghe trecce. Quando un
g. aveva la propria sede a Gartok, per tutta la durata della sua carica
doveva portare, tra i capelli raccolti in un crocchio, un amuleto d'oro. Quando
esercitava le sue alte funzioni il
g. prendeva posto su un alto seggio,
una sorta di trono, degno in tutto di un vicerè quale in sostanza era il
g. Egli si manteneva in contatto con i quattro
shengo, ovvero i
monaci cui il Dalai Lama dava l'incarico di governare Lhasa, la capitale del
Tibet; tuttavia non riceveva ordini dagli stessi ma soltanto
"suggerimenti".