Prelato e uomo politico inglese. Divenuto precettore in casa del duca di Norfolk
dopo aver studiato Legge a Cambridge, conobbe il potente cardinale Th. Wolsey di
cui divenne segretario, iniziando la propria ascesa ecclesiastica e politica.
Nominato segretario capo nel 1528 e vescovo di Winchester nel 1530, fu il primo
ecclesiastico inglese a ricoprire cariche pubbliche. Nonostante la sua
ortodossia cattolica di fondo, si uniformò tuttavia all'ordine religioso
imposto da Enrico VIII. Nella missione condotta a Roma nel 1528 per ottenere da
papa Clemente VII lo scioglimento del matrimonio del re da Caterina d'Aragona,
sostenne vigorosamente le ragioni del sovrano. Durante la sua lunga carriera non
riuscì mai a conciliare la sua sincera devozione alla dinastia Tudor con
un attaccamento altrettanto sincero alle rivendicazioni politiche del clero e
all'ortodossia dottrinaria, riuscendo tuttavia a impedire l'assorbimento di
principi luterani. Morto Enrico VIII e iniziato il processo di trasformazione
religiosa che in breve tempo portò l'Inghilterra ad abbracciare il
Protestantesimo, nel luglio del 1548 venne arrestato per aver pubblicamente
criticato il libro di omelie dell'arcivescovo di Canterbury, Cranmer, e per
essersi opposto alla predicazione protestante. Morto nel 1553 il giovane Edoardo
VI e succedutagli la sorellastra Maria Tudor, figlia di Caterina d'Aragona e
cattolica zelante, la politica religiosa dell'Inghilterra subì un
capovolgimento e
G. divenne cancelliere e primo ministro del nuovo
Governo, approvando le severissime misure repressive messe in atto dalla regina
e dal cardinale Reginald Pole, durante il breve periodo della reazione
cattolica, nel corso del quale varie centinaia di persone furono condannate al
rogo. Tra le sue opere in difesa della supremazia regia, figura il
De vera
oboedentia (1535), che egli tuttavia ritrattò prima della morte,
riconoscendo la piena autorità del papa in materia ecclesiastica (Bury
St. Edmunds 1490 circa - Whitehall 1555).