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Gandhi, Rajiv.

Uomo politico indiano. Figlio di Indira e di Feroze Gandhi, preferì dapprima la professione di pilota alla carriera politica. In seguito alle pressioni materne e di una parte del Congresso, e dopo la morte del fratello Sanjay, G. decise nel 1980 di entrare nella vita politica. Eletto alla Camera bassa nel 1981, dopo l'assassinio della madre (1984) divenne capo del Governo nel novembre dello stesso anno. Confermato dai successi elettorali successivamente conseguiti, G. operò alcune riforme istituzionali e tese a rendere stabili i parlamenti regionali e nazionali. Rinnovò profondamente la classe dirigente indiana, corrotta e inefficiente, insediando nei posti chiave dell'amministrazione giovani e validi collaboratori. A ciò seguì un tentativo di razionalizzare e modernizzare la burocrazia statale. L'ambizioso programma economico di G. tendeva a portare l'economia del suo Paese ai livelli giapponesi. Non riuscì però a pacificare il Punjab, patria dei Sikh responsabili dell'uccisione della madre. Nel 1987, dopo una lunga serie di attentati e dimostrazioni sanguinose, G. scioglieva il Parlamento del Punjab e imponeva nuovamente l'amministrazione centrale. Nel dicembre dell'88 stipulava con il premier pakistano Benazir Bhutto un patto di non aggressione fra India e Pakistan. La sua carriera politica veniva violentemente interrotta alla vigilia delle elezioni da un attentato compiuto dai Sikh, nel quale perdeva la vita (Nuova Delhi 1945 - Sriperumpudur 1991).