Strumento che permette di rivelare correnti di debolissima intensità.
Esso può anche servire per misurare tali correnti, divenendo allora un
amperometro sensibile. Si compone di un piccolo moltiplicatore rettangolare
leggerissimo costituito da alcune centinaia di spire di sottile filo di rame.
Esso è tenuto sospeso da due fili d'argento, tesi verticalmente, saldati
ad esso nei punti estremi delle spire. Il moltiplicatore è posto nel
campo magnetico uniforme creato da una calamita a ferro di cavallo. I fili
d'argento compiono un triplice lavoro: a) mantengono il moltiplicatore nel campo
magnetico della calamita; b) assicurano il passaggio della corrente in esso; c)
creano delle forze di reazione meccanica che si oppongono alla rotazione del
moltiplicatore. Tali forze costituiscono una coppia, detta
coppia di
torsione, il cui momento è proporzionale all'angolo di rotazione. Un
piccolo specchio, solidale al quadro nella sua parte superiore, permette di
misurare le piccole deviazioni del moltiplicatore (sistema della leva ottica).
Quando nell'apparecchio non passa corrente, il quadro viene orientato secondo le
linee di forza del campo magnetico della calamita. Quando passa corrente, esso
tende a disporsi perpendicolarmente alle linee di forza. Ma poiché la
coppia di torsione si oppone a tale movimento, il moltiplicatore finisce per
assumere una posizione di equilibrio per la quale la coppia elettromagnetica
uguaglia quella di torsione, ruotando di un angolo tanto maggiore tanto
più è intensa la corrente. È chiaro che invertendo il senso
della corrente si inverte anche quello della deviazione. Per misurare la minima
deviazione ci si serve dello specchietto. Su di esso si fa giungere un fascio di
luce che viene riflesso su di una scala graduata posta a distanza opportuna. In
tale modo la minima deviazione dello specchio è subito rivelata ed
è così possibile misurare correnti debolissime dell'ordine di
diecimiliardesimi di ampère. L'angolo di deviazione del moltiplicatore
è proporzionale all'intensità della corrente, ed è dato
da

dove n = numero delle
spire, s = area della superficie del telaio, B = vettore d'induzione magnetica,
C = costante di torsione del filo. Ne deriva che un
g. è
più sensibile se l'angolo α è più grande. ║
G. a succhiamento: in esso una sbarretta di ferro, succhiata lungo l'asse
di un solenoide, provoca la rotazione di un indice incernierato in un punto su
di una scala graduata. L'angolo di rotazione è proporzionale al quadrato
dell'intensità di corrente. ║
G. elettrodinamico:
elettrodinamometro, generalmente usato per misurare correnti alternate. ║
G. termici: in essi, si risale all'intensità di corrente, dal
riscaldamento subito da un reoforo, per effetto Joule. ║
G.
basilistico: g. a bobina mobile, destinato alla misura della quantità
di carica elettrica convogliata da una corrente di durata breve, rispetto al
periodo di oscillazione dell'equipaggio mobile. La corrente imprime alla bobina
un impulso, per il quale essa entra in oscillazione; la carica risulta
proporzionale alla massima elongazione angolare della bobina mobile.