(detto
il Buranello). Musicista italiano. Nel 1722
G. fece
rappresentare il suo primo lavoro,
La fede nell'incostanza. Poi,
presentò al pubblico veneziano,
Gli odi delusi dal sangue (1728) e
Dorinda (1729). Ma solo con
L'odio placato (1729),
G.
riuscì a farsi apprezzare quale operista di valore. Nel 1741 e nel 1742,
fu invitato a Londra, dove fece rappresentare
Penelope, Scipione in
Cartagine, Enrico e Sirbace. Rientrato a Venezia, riprese la sua
attività: apparvero
Adriano in Siria, Didone abbandonata, La forza
d'amore, Olimpiade, Olimpia, Artaserse (1749),
Semiramide
riconosciuta (1749) e
Demofonte (1749). Nel 1749, iniziò una
lunga collaborazione con Goldoni, in seguito alla quale nacquero un gran numero
di opere, fra cui:
Il paese della cuccagna (1750),
Il mondo alla
rovescia (1750),
Le virtuose ridicole (1752),
Il filosofo di
campagna (1754). L'incisiva definizione dei caratteri e la plasticità
nel rilievo delle frasi vocali e stumentali, caratteri questi già
presenti nelle prime opere di
G., presero, in seguito all'incontro con
Goldoni, una forma ed un disegno ben determinato e preciso (Burano 1706 -
Venezia 1785).