Statista italiano. Cospiratore nel 1821, resosi noto nei moti del 1831, quindi
uno dei capi più influenti del liberalismo emiliano. Arrestato e
processato nel 1844, fu condannato alla reclusione a vita. L'amnistia del 1846
lo restituì alla libertà e due anni più tardi Pio IX lo
chiamava nel ministero Recchi-Antonelli. Presiedette la Costituente del 1849 e
fu per breve tempo capo dello stato maggiore della Repubblica romana con il
grado di generale.
G. rifiutò le proposte dell'Oudinot, che
intendeva servirsi di lui, e partì esule per la Sardegna, dove si
occupò di problemi minerari. Malvisto dai moderati e dai radicali, fu
ostentatamente lasciato in disparte fino al 1866 quando gli elettori di Poggio
Mirteto lo inviarono alla Camera italiana per la brevissima durata della IX
legislatura. Caduto nelle elezioni successive, visse gli ultimi anni a Bologna
(Bologna 1798-1873).