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Gaia scienza, La.

Opera filosofica in prosa e in versi di Friedrich Nietszche, scritta tra il 1881 e il 1887. Il titolo dell'opera si riferisce alla poesia dei trovatori provenzali, chiamata gaya scienza, come sintesi di canto, cavalleria e spirito libero. Quest'opera è pervasa del sentimento della vittoria spirituale contro la tirannia del male, conseguita accettando la vita, non rifiutando neppure il dolore. L'amore della vita è inteso come coincidenza di sé col destino, come amor fati che vieta ogni negazione e perfino la lotta contro ciò che è brutto. È composta di 63 epigrammi, a cui seguono cinque libri di aforismi. Tutto vi assume la tonalità sentimentale che Nietzsche attribuisce a Epicuro, l'uomo che trovò la felicità sebbene soffrisse tutta la vita. L'ideale si presenta concreto agli occhi di Nietzsche, nella vita dei popoli mediterranei: si veda, in Genova, l'esaltazione degli uomini arditi e sovrani che impressero della loro personalità la loro patria. La personalità è in genere ciò che si richiede in ogni cosa, anche e soprattutto nella filosofia: e il difetto di personalità è decadenza del pensiero, perché i grandi problemi esigono grande amore. Il pensiero che è al centro dell'Eterno ritorno si presenta qui in una forma che anticipa quella che esso rivestirà in Così parlò Zarathustra: una demoniaca voce insinua la certezza che tutto ritornerà. Il mito di Zarathustra del resto nasce proprio in quest'opera, in una pagina in cui l'inventore del bene e del male è rappresentato, nel suo contrappasso, nell'atto in cui vuol ritornare un uomo e scende fra gli uomini a liberarli. Fra le canzoni, composte tutte in Sicilia o in altri paesi mediterranei, risaltano La mia felicità, in cui un sentimento d'ebbrezza gioiosa prende ala nella contemplazione di Piazza San Marco a Venezia; Verso nuovi mari, ove è cantato il motivo che ispirò l'ultimo pensiero di Aurora e che altrove visse nell'espressione riferita da Nietzsche a se stesso, di argonauta dell'ideale; Sils Maria, ove il momento della nascita di Zarathustra è cantato come uno sbocciare del mito, per sdoppiamento della coscienza, dalla stessa personalità del poeta; Al maestrale, canzone per danza, che celebra i saturnali dello spirito. È questo uno dei migliori libri di Nietzsche e anzi, per alcuni aspetti, il migliore.