Appartenente a una famiglia della nobiltà veneta, studiò Legge
all'università di Padova. Trasferitosi a Roma, ebbe importanti incarichi
presso la curia pontificia e fu nominato protonotario apostolico da papa Giulio
II. Consacrato sacerdote nel 1516, entrò a far parte dell'oratorio del
Divino Amore, fondato a Roma sull'esempio di un analogo circolo genovese e
costituito da un gruppo di ecclesiastici dediti a vita austera, alla preghiera e
alle opere di carità. Ritornato a Vicenza nel 1518, sull'esempio romano
fondò oratori del Divino Amore nella città natale, a Verona e a
Venezia, dove nel 1520 fondò anche l'Ospedale degli Incurabili alla
Giudecca. Ritornato a Roma nel 1523, insieme con altri tre autorevoli membri
dell'Oratorio romano, nel 1524 diede vita all'ordine dei Teatini, di cui divenne
uno dei massimi esponenti insieme col vescovo napoletano Gian Pietro Carafa, il
futuro Paolo IV. Al suo temperamento calmo e riservato faceva da contrappeso
l'impeto focoso del Carafa che si considerò il vero capo dell'Ordine (il
termine
teatini deriva dal nome latino di Chieti, uno dei seggi vescovili
del Carafa), benché si alternasse ogni tre anni con
G. da T. alla
direzione dell'Ordine. I Teatini, la cui regola venne stabilita tra il 1530 e il
1533, non erano monaci, ma sacerdoti dediti all'attività pastorale. Essi
tuttavia prendevano i voti monastici di povertà, di castità e di
obbedienza, per esercitare l'apostolato nel miglior modo possibile. Recitavano
insieme il servizio divino, ma benché
G. da T. annettesse molta
importanza alla preghiera in comune, alcuni membri dell'ordine ottennero di
essere dispensati da questa funzione; tutti i primi adepti si spogliarono dei
loro averi e dei loro benefici, dedicandosi a una povertà assoluta,
simile a quella dei cappuccini. Si prefissero le norme più rigorose di
semplicità e di umiltà e con l'esempio della loro vita
contribuirono efficacemente alla correzione dei costumi del clero.
G. da
T. condusse vita ritirata e oscura, dedicandosi all'assistenza ai malati e
ai bisognosi, senza trascurare lo studio e la preparazione della riforma
liturgica. Dopo il sacco di Roma del 1527, insieme con un gruppo di confratelli
si rifugiò a Venezia dove continuò la sua attività e fu tra
l'altro l'ispiratore dell'Ordine dei Barnabiti. Venne canonizzato da Clemente X
nel 1671 (Vicenza 1480 - Napoli 1547).