Uomo politico romano. Da giovane dilapidò rapidamente le proprie
sostanze, quindi aspirò alle cariche pubbliche per ricostituirle. Tribuno
della plebe nel 67 a.C., invocò misure straordinarie contro i pirati e
fece dare, contro la volontà del Senato, poteri illimitati a Pompeo.
Rimasto a Roma, non cessò di avversare Lucullo per il suo lusso, mentre
nello stesso tempo, con i profitti della sua carica, si faceva costruire una
sontuosa dimora a Tuscolo. Dopo una campagna in Oriente, fu nominato pretore nel
61 e console nel 59. Alleato a Clodio, contribuì all'esilio di Cicerone,
quindi entrò in lotta con il focoso tribuno. Governatore della Siria, si
schierò dalla parte di Ircano contro il nipote di questi Alessandro;
sconfitto quest'ultimo, confermò Ircano pontefice massimo a Gerusalemme,
diede al governo una forma aristocratica e divise la Giudea in cinque distretti.
Si preparava a sostenere Mitridate contro suo fratello Erode, quando volse le
armi contro l'Egitto per ristabilire sul trono Tolomeo Aulete, raccomandato
mandato da Pompeo e che offriva per quell'aiuto, 10.000 talenti. Malgrado i
decreti del Senato e gli oracoli contrari, s'impadronì dell' Egitto,
arricchendosi scandalosamente. Al suo ritorno sconfisse nuovamente Alessandro,
presso il monte Tabor, ma nel 54 fu richiamato a Roma e sostituito da Crasso.
Accusato di lesa maestà, corruppe buona parte dei suoi giudici e fu
assolto. Accusato di aver accettato illegalmente i 10.000 talenti di Tolomeo, fu
condannato all'esilio e costretto a vendere tutte le sue proprietà per
fronteggiare le enormi restituzioni impostegli. Nel 49 fu richiamato da Cesare,
ebbe un comando militare in Illiria dopo Farsalo, e morì a Salona dove
era assediato dal pompeiani (100-47 a.C.).