Architetto italiano. All'inizio degli anni Cinquanta dà vita a Torino con
Aimaro Isola ad un sodalizio nel segno del
neoliberty: con il concorso
vinto della Borsa Valori (1952), ma soprattutto con la
Bottega d'Erasmo
(1953-56), una residenza in mattoni e pietra di Luserna,
G. mostra il
desiderio di reagire sia alla coeva architettura dell'International Style, sia
al positivismo razionalista. I progetti dell'edificio in Corso Montegrappa
(1954-57), delle case Ina al quartiere "Le Vallette" (1958-60) e della palazzina
Aymone Marsan (1964-66) concludono la stagione del neoliberty. La rinuncia ad
ogni esuberanza della forma si trasforma nell'adesione ad un linguaggio
antimonumentale, creatore di architetture tese ad armonizzarsi col paesaggio
circostante: esemplare di questa nuova fase è il centro residenziale
della Olivetti a Ivrea (1969-70). Fanno seguito gli Uffici giudiziari di Alba
(1982-87), una piastra ipogea che si mostra come una semplice increspatura del
terreno, il progetto per la ristrutturazione dell'area Bicocca a Milano
(1985-88) e il Quinto Palazzo Snam di San Donato Milanese (1985-92). Nominato
docente ordinario nel 1967 al Politecnico,
G. ha scritto, insieme a Carlo
Olmo, importanti saggi quali
Architettura dell'Eclettismo (1973),
Le
Corbusier e l'Esprit Nouveau (1975),
Alle radici dell'architettura
contemporanea (1989) (Torino 1925-2000).