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ètere.

Fis. - Ipotetica sostanza riempiente gli spazi celesti. L'ipotesi della sua esistenza risale all'antichità greca. Questa sostanza ha avuto grande importanza anche nella fisica moderna, come sostrato dei fenomeni luminosi e dei campi elettomagnetico e gravitazionale. ● St. - Nel XVIII sec., parallelamente alle antiche interpretazioni corpuscolari della luce e in particolare a quella adottata e rimaneggiata da Newton, fu prospettata un'interpretazione di tipo ondulatorio. La luce, a seconda del suo colore, avrebbe dovuto venir concepita come onde di varia lunghezza, propagantisi in un ipotetico mezzo, detto e., in maniera analoga a quella con cui si concepisce il suono a seconda della sua altezza, come onde di varia lunghezza propagantisi nell'aria. La scoperta di fenomeni di polarizzazione pose definitivamente in evidenza l'incapacità della teoria ondulatoria di interpretarli. Fresnel (1821) dimostrò che bastava ricorrere ad una teoria ondulatoria trasversale per rendere possibile l'interpretazione dei fenomeni di polarizzazione e di quelli ottici. Ma la teoria ondulatoria trasversale, cioè una teoria che ammettesse la propagazione delle onde nella direzione perpendicolare al piano in cui avvenivano le perturbazioni che le producevano, implicava la necessità di supporre che l'e., anziché come un fluido elastico, dovesse vibrare come un corpo rigido, affinché la velocità di propagazione delle onde potesse raggiungere la velocità della luce. La teoria elettromagnetica di Maxwell dimostrò, più tardi che l'e. poteva sussistere al di fuori di ogni caratteristica di indole meccanica, La prima teoria della relatività, formulata da Einstein, allontanò dalla fisica la nozione di e. Oggi, infatti, si tende ad unificare l'e. o lo spazio, in un ente unico. ● Chim. - Composto contenente uno o più radicali idrocarburici. Gli e. vengono nominati facendo seguire o precedere, al termine e., il nome del radicale o dei radicali idrocarburi. Gli e. reagiscono con gli acidi minerali forti, formando sali di ossonio; per lunga esposizione all'aria, si ossidano a perossidi, che possono esplodere violentemente. Gli e. sono impiegati come solventi, anestetici, plastici, fumiganti, ecc.