Termine con cui, dopo il 1968, sono state indicate le formazioni politiche
minori di sinistra, non rappresentate in Parlamento e definite spregiativamente
anche "gruppuscoli". La denominazione si riferiva non tanto ai tradizionali
gruppi antiparlamentari, come quelli anarchici (assertori della democrazia
diretta e, quindi, aprioristicamente contrari alla partecipazione elettorale e
alla delega istituzionale) quanto alle formazioni della nuova sinistra giovanile
e rivoluzionaria: Lotta Continua, Avanguardia Operaia, Potere Operaio, Movimento
dei Lavoratori (ex Movimento Studentesco), Autonomia operaia, ecc. Il termine
è caduto in disuso dopo le elezioni politiche del 1976, alle quali
presero parte, riuscendo a eleggere propri rappresentanti in parlamento, il
Partito Radicale, di orientamento libertario e attivo soprattutto come movimento
di democrazia diretta, e Democrazia Proletaria (DP), una formazione elettorale
eterogenea, poi destinata a dar vita all'omonimo partito. Tuttavia nel 1976 DP
comprendeva PDUP, Lotta Continua, Avanguardia Operaia, Movimento dei Lavoratori,
e riuscì a eleggere sei deputati. Mentre PR, PDUP e DP hanno poi
riaffermato e consolidato la loro presenza parlamentare, nelle successive
elezioni politiche del 1979 e del 1983, numerose formazioni di matrice
"sessantottesca" si sono sciolte e alcune frange di gruppi, come Potere Operaio
e Autonomia Operaia, sono passate dalla teoria della lotta armata alla pratica
dell'azione terroristica. Tra i gruppi
e. esteri, sono da ricordare le
varie formazioni del movimento ecologista, che hanno dato vita a partiti
"verdi", alcuni dei quali sono divenuti forze parlamentari come il partito dei
Grüner tedeschi.