Complesso dei missili installati nelle basi dell'Europa occidentale e orientale.
Il problema degli
e. si colloca nell'ambito della situazione strategica
mondiale e quindi nel più generale contesto delle basi missilistiche e
della politica degli armamenti che vede impegnati entrambi i blocchi occidentale
e orientale (V. ARMI, NUOVE). Conclusisi gli
accordi Salt, scaduti nell'ottobre 1977, la politica dell'equilibrio strategico
entrò in crisi, mentre l'introduzione di nuovi sistemi d'arma, e quindi
di nuovi missili, oltre che il perfezionamento delle testate e dei sistemi di
guida, finirono col far prevalere il principio di "superiorità" a quello
di "equilibrio". Quest'ultimo, in Europa si basava su una sostanziale
superiorità sovietica, per numero di vettori, bilanciata dalla
superiorità della NATO, per numero di testate e per la maggiore
perfezione dei sistemi missilistici. La crisi dei negoziati, ebbe come
risultato, all'inizio degli anni Ottanta, una massiccia risposta da parte della
NATO che, motivata dalla necessità di dover fronteggiare la crescente
minaccia rappresentata dai progressi nucleari dell'URSS e dall'installazione, a
iniziare dal 1977, degli SS-20 (appartenenti all'ultima generazione di missili,
a tripla testata, e in grado di colpire, con grande precisione, obiettivi anche
di ridotte dimensioni sino a 5.000 km di distanza dalla base di lancio), in
grado di rispondere alle necessità di difesa e di offesa dell'URSS, sia
verso Est che verso Ovest. L'impegno dell'Alleanza atlantica
(V. ATLANTICO, PATTO) a ristabilire l'equilibrio,
non tardò a concretarsi in un preciso piano, intensificatosi sotto
l'amministrazione Reagan, per l'installazione, a partire dal 1983, di nuovi
missili Cruise e Pershing, per un totale di 572 unità: 464 Cruise e 108
Pershing. Dei Paesi interpellati, tre soltanto diedero risposta immediatamente
positiva: Gran Bretagna, Italia e Germania. Sulla base dei programmi
prestabiliti, nel 1983 ha avuto inizio l'installazione dei nuovi
e.
Pershing e Cruise nelle basi NATO dell'Europa occidentale, tra cui la base di
Comiso (chiusa nel 1991), in Sicilia, venendosi ad aggiungere ai missili
già installati. Tra i missili della vecchia generazione, si ricordano gli
Mx, in fase di sostituzione con un nuovo piccolo missile intercontinentale
(13.000 km di gittata), chiamato
Armadillo, molto maneggevole e
facilmente trasportabile, anche da elicotteri. Nel frattempo, in territorio
sovietico era continuata l'installazione degli SS-20, per un totale di 175
unità nel 1981, salite a 210 nel 1982 e 250 nel 1983. L'elezione di
Gorbaciov in Unione Sovietica apriva qualche possibilità di dialogo in
tema di disarmo. Il primo vertice svoltosi a Reykjavik nel 1986 tra Reagan e
Gorbaciov non sortiva notevoli risultati, ma si raggiungeva un accordo sulla
riduzione del 50 per cento di tutte le armi nucleari strategiche entro cinque
anni, il ritiro dei missili a medio raggio in Europa e l'eliminazione dei
missili balistici nucleari entro il 1996. Il trattato firmato a Washington nel
1987 da Gorbaciov e Reagan stabiliva il completo smantellamento degli
e.
Nell'anno successivo il vertice di Mosca non apportava alcuna novità agli
accordi stipulati in precedenza tra le due superpotenze.