Neologismo entrato a far parte del linguaggio politico e giornalistico, per
indicare l'indirizzo politico-ideologico adottato, verso la metà degli
anni Settanta, da alcuni partiti comunisti dell'Europa occidentale e da essi
definito "via europea al socialismo". Il termine cominciò a diffondersi a
partire dall'ottobre 1975 (la sua introduzione fu attribuita, polemicamente, dai
sovietici a Z. Brzezinski, assistente speciale per la politica estera del
presidente degli Stati Uniti, J. Carter, esperto del movimento comunista
europeo) ed ebbe una larga e rapida risonanza, cadendo però altrettanto
rapidamente in disuso. L'atto ufficiale di nascita dell'
e. fu un
documento congiunto dei partiti comunisti italiano e francese, emesso il 17
novembre 1975, al termine di una serie di incontri, a Parigi e a Roma, tra le
delegazioni dei due partiti, capeggiate dai rispettivi segretari, E. Berlinguer
e G. Marchais. I punti fondamentali del documento riguardavano la revisione di
alcuni concetti marxisti, a cominciare da quello di "dittatura del
proletariato". In esso, veniva affermata l'accettazione, da parte dei due
partiti comunisti, della dialettica democratico-parlamentare, affermando che
"l'edificazione della società socialista deve realizzarsi in Italia e in
Francia nel quadro di una democratizzazione continua della vita economica,
sociale e politica. Il socialismo costituirà una fase superiore della
democrazia e della libertà". Sulla base di questa premessa, i due partiti
dichiaravano il loro impegno per garantire e sviluppare "tutte le
libertà, frutto sia delle grandi rivoluzioni democratico-borghesi, sia
delle grandi lotte popolari di questo secolo". Si impegnavano, inoltre, ad
accettare e a garantire la pluralità dei partiti politici, riconoscendo
il diritto "all'esistenza e all'attività dei partiti di opposizione, per
la libera formazione e la possibilità dell'alternarsi democratico delle
maggioranze e delle minoranze, per la laicità e il funzionamento
democratico dello Stato, per l'indipendenza della giustizia". Ultimo punto
fondamentale, il riconoscimento della libera attività e autonomia dei
sindacati, attribuendo "un'importanza essenziale allo sviluppo della democrazia
nelle aziende, in modo che i lavoratori possano partecipare alla loro gestione
con diritti effettivi e disporre di ampi poteri di decisione". Come azione
politica congiunta dei due maggiori partiti comunisti dell'Europa occidentale,
l'
e. sembrò prendere consistenza in occasione del comizio
congiunto tenuto a Parigi il 3 giugno 1976 da Berlinguer e Marchais. Un altro
momento di particolare importanza fu la riunione di vertice tra i segretari dei
partiti comunisti italiano, francese e spagnolo (Santiago Carrillo), svoltasi a
Madrid nel marzo del 1977, che segnò il punto più alto nella
strategia dell'
e., duramente attaccato dal segretario del PC portoghese
A. Cuhnal e sconfessato apertamente, e in forma ufficiale, dal PCUS nel giugno
del 1977. Concretatesi sul piano politico alcune linee di tendenza
eurocomuniste, nell'appoggio dato dal PCI al governo di "unità
nazionale", presieduto da G. Andreotti, e nell'assunzione di
responsabilità di governo da parte dei comunisti francesi, dopo
l'elezione del presidente socialista F. Mitterand, non ne conseguirono sviluppi
ulteriori, ma una serie di cedimenti. Come processo unitario dei comunisti
europei, l'
e. cominciò a segnare una serie di battute d'arresto,
finendo con l'esaurire la propria carica innovativa, nonostante le speranze
suscitate tra i comunisti dissidenti dell'Europa orientale e la vitalità
di alcune sue idee di fondo. Le possibilità offerte dalle prime elezioni
a suffragio diretto del parlamento europeo, nel giugno 1979, non vennero
interamente sfruttate e non si concretarono in importanti iniziative comuni, da
parte dei comunisti europei. Come spinta propulsiva, l'
e. andò
pertanto esaurendosi, indipendentemente dalla caduta di interesse da parte della
stampa e dall'uso sempre meno frequente del termine, mai fatto proprio da G.
Marchias che, sin dal 1976, si era dichiarato contrario alla sua adozione da
parte dei partiti comunisti (V. COMUNISMO e
PCI).