(o
eucarestìa). Lit. - Uno dei 7 sacramenti della Chiesa
cattolica, istituito durante l'ultima cena da Gesù Cristo che, sotto le
specie del pane e del vino, ha voluto rendersi perennemente presente in corpo,
sangue, anima e divinità, e darsi in cibo e bevanda agli uomini.
L'
E. ha due aspetti: quello di
sacramento (presenza reale di
Gesù Cristo sotto le apparenze esteriori) e quello di
sacrificio
(rappresenta e rinnova il sacrificio della croce). Contro il dogma della
presenza reale si schierarono i Doceti (II sec.) che, non ammettendo la natura
umana del Cristo, negavano l'esistenza della sua carne nell'
E.;
Berengario di Tours (XI sec.), che affermava essere solo un simbolo; gli
Albigesi e buona parte dei protestanti. Il Concilio di Trento ha così
definito il dogma della transustanziazione: le parole della consacrazione
cambiano la sostanza del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Gesù;
il Cristo si trova realmente e sostanzialmente sotto le apparenze. Il ministro
del sacramento è il sacerdote; che può compierlo ritualmente
soltanto durante la Messa. La forma è costituita dalle parole:
questo
è il mio corpo; questo è il mio sangue. Materia remota sono il
pane ed il vino; materia prossima, dopo la consacrazione, le apparenze del pane
e del vino. Il pane da consacrare deve essere di puro frumento, il vino di uva,
senza aggiunta di altre sostanze.