Etimologicamente il termine che deriva dal greco, significa:
conoscenza delle
cose sensibili. Il filosofo tedesco Baumgarten, in virtù
dell'identificazione da lui sostenuta tra arte e conoscenza sensibile,
nell'opera
Aesthetica, diede al termine il significato attuale di
filosofia del bello e dell'arte. Dopo i Pitagorici, che definirono la bellezza
come armonia, il primo che diede forma e trattazione sistematica al problema
estetico fu Platone, il quale, se da una parte svalutò e condannò
l'arte, in quanto imitazione del mondo sensibile, d'altra parte, nella
trattazione della natura della bellezza pose le basi di una vera e propria
e. Il bello è infatti per lui la manifestazione più
evidente delle idee.: esso genera l'amore e l'Eros è appunto elevazione
dialettica verso un mondo di valori, di cui l'arte costituisce un momento; vero
e bello s'identificano e le varie attività spirituali trovano la loro
unità nell'unica finalità che è data dalla fedeltà
al mondo ideale. Aristotele riprese il concetto d'imitazione (mimesi), ma
poiché l'arte è imitazione non della realtà data, ma di
modelli o di forme possibili, essa ne costituisce un trascendimento e adempie
perciò ad una funzione catartica. Da Aristotele e da Platone il problema
del rapporto natura-arte, il concetto d'imitazione e la funzione purificatrice,
cioè educatrice dell'arte, passeranno nella speculazione medioevale e
rinascimentale quasi immutati: il Medioevo accentuò il carattere di
subordinazione del bello al vero e giustificò l'arte come allegoria; il
Rinascimento diede maggiore autonomia al bello naturale in quanto tale, ma
considerò l'arte sempre come imitazione e come suo canone fondamentale il
principio della verosimiglianza. A porre i fondamenti dell'
e. moderna
sono stati Vico e Kant. Il primo rivendicò l'autonomia dell'arte come
forma di conoscenza prelogica e intuitiva, la cui facoltà creatrice
è la fantasia. L'importanza dell'
e. del Vico è legata a due
temi fondamentali: il rapporto dell'arte col mito; l'identificazione tra arte e
linguaggio in generale. In questi temi sono compresi il concetto dell'arte come
creazione, come epressione e come comunicazione, che saranno sviluppati
dall'
e. idealistica e neoidealistica (Croce). Kant pose le premesse per
l'affermazione del momento soggettivo su quello oggettivo del bello e quindi per
l'identificazione di bellezza naturale e bellezza artistica. Schiller
affidò all'arte il compito di educare senza costrizione, e tutta
l'
e. romantica, che ha nel sistema di Schelling il suo fondamento
filosofico, fece dell'arte il supremo grado di conoscenza. Il superamento
dell'
e. idealistico-romantica fu dato dal Positivismo, che concepì
l'
e. come studio e produzione di forme, avente il compito precipuo di
classificare empiricamente le varie arti.