L'atto e il modo di esprimere, di comunicare ad altri quanto si sente, si pensa
o si vuole. ║ La parola, la frase con cui si manifesta il pensiero o il
sentimento. ● Psicol. - Modo col quale si manifestano esteriormente i
sentimenti e le tendenze psichiche di una persona, attraverso i tratti del
volto, lo sguardo, i gesti. Lo psicologo tedesco H. Rohracher definisce
l'
e. come "la parte del contenuto percettivo che induce con immediatezza
il soggetto a formulare giudizi o ad assumere posizioni in modo consono ai
propri sentimenti e a riconoscere, negli oggetti percepiti, attributi
indipendenti dalle reali qualità dello stimolo". In senso più
circoscritto, per
e. s'intendono quelle manifestazioni somatiche dei
sentimenti: rossore, sudorazione, contrazione involontaria dei muscoli,
modificazione della frequenza respiratoria. è questa l'
e.
spontanea che può essere immediatamente percepita dall'osservatore,
ma che, di per sé, non è affatto rivelatrice dello stato d'animo
che l'ha provocata. Comunque, spesso, attraverso questi segni espressivi
spontanei, nonostante lo sforzo che l'individuo fa per dimostrare indifferenza o
per apparire tranquillo e sicuro, l'osservatore ha modo di rilevare l'intimo
turbamento o imbarazzo. L'osservatore attento può anche cogliere e
penetrare l'espressione momentanea che sfugge al controllo delle intenzioni del
soggetto. Chiunque, ricevendo impressioni, crede di poter risalire
dall'
e. del soggetto che gli sta di fronte alla sua natura intrinseca.
Ognuno, infatti, reagisce affettivamente alle
e. altrui, ed è
portato ad attribuire ad esse un'indole corrispondente (simpatia, franchezza,
ipocrisia, ecc.). Così, per quanto la sua pantomima tenda a dimostrare il
contrario, un individuo ci potrà dare l'impressione di essere
particolarmente scaltro o sleale, anche se non siamo in grado di precisare gli
elementi sui quali si basa il nostro giudizio. Altrettanto si può dire
dell'intelligenza che attribuiamo a prima vista a una persona, ma sulla quale
non abbiamo prove concrete. In tutti questi casi l'
e. è
strettamente connessa con l'
impressione che è propria
dell'osservatore. Chiunque, anche se non è mosso da particolare interesse
per la persona che gli sta di fronte, reagisce positivamente o negativamente
alla
e. del volto, alla mimica e alla pantomimica, nonché al tono
della voce ed anche ad altre forme espressive, come per es. la scrittura. La
scienza che ricerca i paralleli tra le manifestazioni fisiche e le essenze
spirituali è detta
fisiognomica. Anzi la prima dottrina
dell'
e. fa capo alla fisiognomica aristotelica che dette vita nel
XVI-XVIII sec. a una ricca fioritura di teorie (G. B. Della Porta, J. K. Lavater
e altri). Da sempre, infatti, vi è stata la tendenza ad ammettere, dietro
l'aspetto esteriore, l'esistenza di una vita interiore ed è questo, del
resto, che si trova al fondo delle credenze animistiche.
E. e impressione
hanno valore, sia ai fini comunicativi che diagnostici, anche se il metodo
diagnostico, fondato sulla valutazione dei fenomeni espressivi, dev'essere
integrato da altri tipi di ricerca sulla personalità del soggetto
esaminato. A tuttora, comunque, "non esistono metodi in grado di fornire un
giudizio rapido e sicuro del carattere di un individuo" (H. Rohracher). ●
Mat. -
E. algebrica: insieme di lettere e di numeri legati fra loro con
segni di operazioni algebriche. ● Med. -
E. uterina: manovra per
favorire gli sforzi espulsivi del feto nell'ultima fase del parto. ● Mus.
- Meccanismo applicato all'organo e all'armonium per sfumare l'intensità
del suono. ● Inf. - (
Expression) Insieme di operatori (matematici o
logici) e di operandi (variabili numeriche o logiche e costanti) che dà
un risultato numerico.