Lingua artificiale che ha suoni e parole comuni a tutte le lingue europee e che,
secondo il suo creatore, il russo Zamenhof, sarebbe destinata ad essere
universalmente adottata per le relazioni fra i popoli (1887). Presenta grande
semplicità di regole grammaticali e fonetiche; le radici delle parole
furono ricavate dal grembo delle lingue più in uso e le parti del
discorso acquistano un valore e un significato dalla terminazione aggiunta alle
predette radici, in modo che le parole terminanti per o, sono sostantivi; per a,
aggettivi; per e, avverbi; per i, verbi; l'
e. non ha verbi irregolari: i
verbi hanno una sola desinenza per i tre tempi: l'alfabeto comprende 27 lettere
o suoni.