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Esogamia.

Proibizione di contrarre matrimonio tra i membri di uno stesso gruppo di discendenza; ossia obbligo di contrarre matrimonio con qualcuno che non appartenga alla tribù o al gruppo totemico di appartenenza. Vari etnologi sono dell'opinione che il termine e. prima di significare "sposarsi fuori" venisse usato per designare i membri del gruppo discendente con i quali era proibito contrarre matrimonio. Tuttavia, come rileva L. Mair (Introduzione all'antropologia sociale, 1970) sebbene i termini endogamo ed esogamo esprimano idee opposte, non si escludono a vicenda nelle varie comunità. Per es., una casta indiana è endogamica nel senso che ritiene giusto favorire il matrimonio al proprio interno, ma è divisa in gruppi esogamici di discendenza. In varie tribù non solo l'unione di un uomo e di una donna appartenenti allo stesso clan equivale a un incesto esecrabile, punibile con la morte, ma non sono permessi neppure i matrimoni fra elementi di una stessa orda locale, ossia, accanto all'e. clanica, vige anche un'e. locale. Secondo Malinovski, la proibizione di contrarre matrimonio tra due membri della stessa discendenza svolge la funzione di eliminare la rivalità all'interno di un gruppo che deve invece collaborare. Altri studiosi, invece, sulla base di quanto già osservato da E.B. Tylor, ritengono che la funzione dell'e. sia soprattutto quella di consentire l'intreccio di una serie di alleanze tra i diversi gruppi di discendenza. Infatti, secondo P. Levy-Strauss, la proibizione del matrimonio fra gli appartenenti allo stesso clan rappresenta il criterio essenziale della vita culturale, perché segna l'inizio di quegli scambi tra un gruppo e l'altro che è il fondamento della struttura sociale. In questa spiegazione, come in quella del Malinowski, si assume che l'e. possa essere spiegata come l'estensione del divieto d'incesto a tutti quei parenti che sono in un certo senso ritenuti "analoghi" ai membri del nucleo familiare. Con l'e., che comporta la necessità di trovare la propria sposa in un altro gruppo, s'intessono rapporti di parentela e, quindi, una serie di nuovi rapporti sociali in varie direzioni. In tal modo, come già aveva rilevato il Tylor, attraverso la donna che è sorella dell'uno e moglie dell'altro, i gruppi di discendenza formano dei vincoli, evitando l'inimicizia e l'ostilità. Per es., i divieti matrimoniali che regolano la vita dei Nuer del Sudan si basano essenzialmente sull'obbligo fatto ai giovani di cercare moglie in un altro villaggio e i vantaggi di tutto questo non sono tanto di carattere biologico (apporto di "sangue nuovo"), quanto piuttosto sociale, ossia basati sul fatto che ogni matrimonio crea dei nuovi vincoli tra i gruppi dei vari villaggi.