Sacerdote e scriba ebraico, secondo la tradizione rimandato nel 458 a.C. da
Artaserse I, re dei Persiani, a Gerusalemme per ristabilirvi l'ordine conforme
alla legge di Yahvè. Divenne il riformatore della comunità
ebraica. La sua aspra lotta contro l'usanza, da lui trovata a Gerusalemme, dei
matrimoni misti, lo rivela come un fanatico che vedeva nella purità del
sangue il presupposto per quella del culto. Storicamente fece la sua apparizione
nel periodo compreso fra le due visite di Neemia. L'opera di
E. è
ricordata nei due libri della Bibbia detti di
E. e
Neemia, scritti
però molto probabilmente dopo la sua morte (V-IV sec. a.C.).