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Esba.

Secondo gli studiosi della stregoneria l'e. era uno dei due tipi di riunioni frequentate dai praticanti di magia; l'altro tipo era il sabba. Generalmente l'e. consisteva in un'assemblea alla quale partecipava un piccolo gruppo di adepti e che aveva principalmente lo scopo di sbrigare gli "affari" che interessavano direttamente maghi e streghe di un limitato territorio. Dopo aver esaurito un particolare rituale, venivano poste in discussione le persecuzioni promosse dagli speciali giudici della chiesa a danno dei praticanti la stregoneria oppure si esaminava l'opportunità di fare o di non fare certi "incantesimi". Ai sabba prendevano invece parte gruppi assai numerosi di persone iniziate alle arti magiche e durante tale riunioni si celebravano "tutte le gioie delle credenze segrete". Dalle documentazioni del XV e XVI sec., soprattutto, è impossibile rilevare l'importanza dell'e. ed avere notizie precise in merito ai rituali che si svolgevano durante tale tipo di riunioni, perché i "testimoni" erano spesso contadini ignoranti o stregoni torturati in modo tale da far loro confessare qualunque cosa. Tuttavia, secondo il parere di autorevoli studiosi della materia, si possono ritenere credibili alcuni particolari. L'e. veniva tenuta, per esempio, in prossimità di antichi monumenti megalitici (Inghilterra, Scozia e Irlanda); in tali luoghi streghe, maghi e stregoni si radunavano a notte fonda e ciascuno di essi era accompagnato da un diavoletto che serviva loro da aiutante; e sarebbero stati proprio questi famigli a comunicare agli interessati la data e il luogo del raduno. Nel Piacevole trattato delle streghe, edito nel 1673, si legge: "Quando cala la notte (le streghe) si spogliano nude e si spalmano il corpo con speciali unguenti. Poi escono dalle loro case e si trasferiscono nel luogo indicato o a cavallo di una scopa o trasportate dal proprio famiglio che ha assunto la forma di un animale. Giunti sul posto, prima che Lucifero prenda posto nel suo trono di re, porgono l'abituale omaggio al re delle tenebre". Ogni partecipante all'e. doveva poi calpestare un crocifisso posato per terra pronunciando parole di esecrazione. Compiuto questo rito si discutevano gli argomenti all'ordine del giorno. Poi aveva luogo un banchetto; seguiva quindi un concerto eseguito da strumenti molto sgradevoli. Cominciavano quindi le danze eseguite spalla contro spalla, dondolando. L'e. si chiudeva poi, a fuochi spenti, con la soddisfazione di ogni piacere sessuale.