Composto chimico organico di formula:
H
2N―CH
2―CH
2―CH
2―CH
2―CH
2―CH
2―NH
2ovvero
H
2N―(CH
2)
6―NH
2appartiene
alla classe delle
diammine alifatiche, ed è detta anche
1,5-diammino-esano. Ha peso molecolare 116,20, e si presenta in scaglie
che fondono a 42 °C; bolle a 205 °C. Si scioglie molto bene in acqua,
meno in alcool etilico. Le sue proprietà chimico-fisiche sono abbastanza
simili a quelle delle altre diammine alifatiche, in particolare della
putrescina e della
cadaverina che sono gli omologhi inferiori.
L'
e. presenta un grande interesse industriale in quanto è
utilizzata per la preparazione di
nylon 6,6 e di
nylon 6,10, che
sono i due tipi di nylon attualmente più usati. Eccetto il
nylon
6, che è prodotto a partire dal solo caprolattame, tutti gli altri
nylon sono prodotti per policondensazione fra una diammina ed un acido
bicarbossilico. Ad es. il nylon 6,6 è prodotto da
e. (6 atomi di
carbonio) e acido adipico (6 atomi di carbonio); il nylon 6,10 è prodotto
da
e. (6 atomi di carbonio) e acido sebacico (10 atomi di carbonio); il
nylon 2,6 è prodotto da etilendiammina (2 atomi di carbonio) e acido
adipico (6 atomi di carbonio) e così via. Il nylon 6,6 è stato il
primo ad essere prodotto ed è ancor oggi quello prodotto in più
grande quantità, seguito dal nylon 6,10 e poi dal nylon 6. Si può
quindi dire che la maggior parte del nylon proviene da
e. I principali
processi industriali per la produzione di questa diammina sono due: il primo
parte da acido adipico, il secondo da butadiene. Il
processo da acido
adipico HOOC―(CH
2)
4―COOH avviene
attraverso le seguenti reazioni successive:
1)
HOOC―(CH
2)
4―COOH + NH
3 →
H
4NOOC―(CH
2)
4―COONH
42)
H
4NOOC―(CH
2)
4―COONH
4
→ NC―(CH
2)
4―CN + 2
H
2O
3) NC―(CH
2)
4―CN + 4
H
2
→H
2N―CH
2―(CH
2)
4―CH
2―NH
2La
prima reazione è una salificazione dell'acido adipico con ammoniaca per
dare adipato di ammonio. Successivamente questo viene disidratato (reazione 2)
per produrre adiponitrile. Nella terza reazione questo viene completamente
idrogenato a dare
e. Questo processo ha il vantaggio di partire da acido
adipico, il quale viene prodotto nell'impianto in quanto serve per la
condensazione: si utilizza quindi circa metà dell'acido adipico che si
produce per convertirlo in
e. che sarà poi condensata con la
restante aliquota di acido adipico. Lo svantaggio del metodo è che
l'acido adipico è già un prodotto relativamente costoso. Il
processo di butadiene ha il vantaggio di partire da un prodotto
abbastanza economico: il
butadiene 1,3 che si produce oggi in grandi
quantità con processi di
cracking. Il primo stadio del processo
è una clorurazione del butadiene con cloruro rameico:

Si ha naturalmente
formazione di due composti, dato che è possibile sia l'addizione 1,2 che
l'addizione 1,4; precisamente lo 1,2-dicloro-butene-3 e lo 1,4-diclorobutene-2.
Di questi solo il secondo è utilizzato, onde si cerca di avere la
più grande resa possibile in questo. Il cloruro rameico durante la
reazione si riduce a rameoso; lo si riossida a parte mediante cloro e lo si
rimette in ciclo. Dal prodotto così ottenuto si passa al
dicianobutene.
NC―CH
2―CH═CH―CH
2―CN
a mezzo di una reazione di cianazione, che sostituisce un gruppo
―CN al ―CL. Il diacianobutene viene poi idrogenato selettivamente ad
adiponitrile
NC―CH
2―CH
2―CH
2―CH
2―CN
in
condizioni abbastanza blande. Successivamente un'idrogenazione in condizioni
più drastiche (in fase vapore, a 300°C e 200 atmosfere circa,
catalizzando con palladio) porta all'adiponitrile ed
e. Dall'
e. ed
acido adipico (nel caso del nylon 6,6) si prepara il cosiddetto
sale di
nylon (o
nylon salt) che è adipato di
e. La
polimerizzazione viene poi effettuata nello stesso dispositivo che serve per
formare il nylon nella sua forma definitiva (ad es. nella filiera se ne fanno
fibre per tessuti).