Disciplina che studia la correlazione uomo-macchina e viceversa. Il termine,
introdotto nel 1949, in occasione di un congresso a Oxford, indica quel ramo
interdisciplinare della moderna tecnologia che, attraverso la predisposizione
dell'ambiente, delle macchine, dei cicli di lavoro, in relazione con le
capacità e con le limitazioni umane alla fatica, si propone di creare sul
lavoro condizioni tali da garantire la salute e l'integrità psico-fisica
dell'uomo. Questo, come obiettivo primario e non come mezzo per incrementare il
rendimento del lavoratore. Analoghi sono i compiti delle ricerche di
human
engineering particolarmente sviluppate negli Stati Uniti e collegate al
grado sempre più alto del processo di automazione in molti settori
industriali. L'
e. si occupa non solo di ambienti, macchine e materiali,
ma di ogni altro fattore che possa garantire migliori condizioni e una maggiore
accettabilità del lavoro da parte dell'individuo. Essa richiede pertanto
la stretta collaborazione di esperti dei vari rami, poiché si avvale
contemporaneamente di medicina, psicologia e psichiatria, ingegneria, sociologia
e di ogni altra scienza che consenta un'organizzazione scientifica del lavoro.