Attività parascientifica consistente nella ricerca e nella raccolta delle
piante medicinali facenti parte della flora spontanea. Richiede una sicura
conoscenza delle piante, una loro precisa identificazione e una perfetta
cognizione del loro impiego nel campo terapeutico. L'
e. è nata con
l'uomo ed è sfociata in un autentico
boom intorno agli anni
Settanta. La terapia con l'uso delle piante officinali fu per secoli l'unica
conosciuta dall'uomo e le piante furono pure usate fin dai tempi antichi per la
preparazione dei profumi e per l'imbalsamazione dei cadaveri. Ma fu soltanto nel
Settecento che l'
e. raggiunse un grande sviluppo grazie anche alle
maggiori conoscenze di nuove piante, delle sostanze attive in esse contenute e
dei progressi della stessa medicina. Insigni scienziati come Malpighi, Rodi,
Vallisnier, Bellini iniziarono lo studio dei "semplici" con pratici esperimenti
sull'azione esercitata dalle droghe medicamentose; nei primi decenni del XIX
sec. già si compivano ricerche per isolare i principi attivi delle varie
specie di piante. Nel
Ricettario fiorentino, la più antica
farmacopea che si conosca, erano elencate centinaia di piante medicinali ed esse
erano prevalenti sulle altre specie di farmaci usati a quei tempi; poi, a poco a
poco, nelle edizioni successive, molte piante e molte droghe di origine vegetale
vennero eliminate. Dopo un lungo periodo di abbandono, l'
e. risorse
grazie al diretto interessamento della farmacologia ed alla regolamentazione
delle attività dell'erborista. Si sono organizzati corsi di divulgazione,
si è disciplinato il commercio delle erbe, si è addirittura
ricorsi alla coltivazione industriale di certi tipi di piante medicinali. Oggi
dall'
e. traggono alimento la farmacologia, la chimica, le industrie dei
profumi e quelle dei liquori. Attualmente, presso il ministero dell'Agricoltura
esiste una speciale commissione che si occupa del censimento delle piante
medicinali di maggior importanza della flora italiana, della concessione delle
carte di autorizzazione ai raccoglitori, della creazione di erboristi
"provinciali" regolarmente diplomati, dell'istituzione di corsi di
e.
presso le università, della coltivazione di alcune specie tra le
più utili, della istituzione di appositi "campi sperimentali". Secondo il
D.L. 16.12.1926, n. 2174, la L. 6.1.1931, n. 9; il D.L. 19.11.1931, n. 1973; il
D.L. 26.5.1932, n. 772; il D.L. 30.3.1933, n. 675, molte sono le disposizioni
riguardanti i vari rami dell'attività erboristica e, in particolare, la
raccolta di una sessantina di specie tra le più richieste. Il
raccoglitore deve essere munito della "carta di autorizzazione" rilasciata dal
comune di residenza; un diploma speciale necessita al rivenditore a meno che non
si tratti di farmacista regolarmente in possesso di titoli di studio. In quanto
alla raccolta delle piante, diremo che essa va fatta soltanto a maturazione
perfetta; le piante o le parti di esse destinate alla utilizzazione vanno
essiccate al sole, all'ombra o in appositi essiccatoi; l'essiccazione è
operazione della massima importanza e dev'essere eseguita con cura e con ogni
cautela. Occorre dunque che il raccoglitore conosca i vari metodi di
essiccazione da praticarsi caso per caso. Altra operazione importante è
la "stagionatura" che rappresenta il completamento dell'essiccazione. Con la
"mondatura" si eliminano tutti i corpi estranei o le erbe di altra specie. Al
termine delle operazioni le erbe pronte vanno imballate in sacchi di tela o di
carta e conservate in ambienti asciutti e ben aerati.